Giulio e la sua prima protesi mio-elettrica: "Posso tenerla?”
Giulio è nato quattro anni fa senza il braccio destro. In questi giorni sta provando la sua nuova protesi mio-elettrica, con la quale riesce per la prima volta ad aprire e chiudere la mano: la mamma pubblica in rete il video che riprende la sua reazione. E diventa subito virale
ROMA - “Il momento nel quale Giulio capisce che da solo può aprire e chiudere la mano è davvero emozionante. Sia io che il tecnico ortopedico Daniele Zenardi restiamo sorpresi dalla reazione del piccolo. Per molti può essere un semplice movimento meccanico, ma per chi non ha la mano è un miracolo”. A condividere su Facebook l'emozione di un momento cruciale, con un video che è diventato virale, è Samuela Sarda, la mamma di Giulio, nato quattro anni fa con un'agenesia – ovvero una formazione incompleta – del braccio destro.
Il video riprende il piccolo mentre indossa per la prima volta la protesi mio-elettrica realizzata da ITOP SpA Officine Ortopediche, grazie alla quale Giulio, per la prima volta, riesce ad aprire e chiudere la mano. Giulio è abituato alla protesi, la indossa fin da piccolissimo: fa parte della famiglia, tanto che il fratellino di Giulio, Leonardo, le ha perfino dato un nome, quando Giulio aveva solo un anno e mezzo. Da allora la protesi si chiama “Energy”, ma oggi più che mai quel nome è calzante, perché la nuova protesi mio-elettrica dà a Giulio l'energia per aprire e chiudere la mano, proprio come se fosse vera. La mamma, che circa tre anni e mezzo fa ha aperto su Facebook una pagina dedicata a “Giulio e l'agenesia del braccio”, ha voluto condividere la reazione entusiastica del figlio, incredulo di fronte alla nuova possibilità che la protesi gli offre.
Scopo della pagina non è però tanto mostrare la “conquista della protesi”, quanto piuttosto mostrare le capacità di Giulio e di chi, come lui, affronta la vita e le sfide di ogni giorno con un braccio in meno, ma senza porsi alcun limite. “I bambini nati così come Giulio tendono a voler fare tutto senza limiti, superandoli sempre”, ha scritto la mamma qualche giorno fa. Lo dimostrano alcuni video, in cui la mamma riprende Giulio impegnato in piccole azioni quotidiane che, con un bracciosolo, diventano vere e proprie imprese, di fronte alle quali lui però non si tira certo indietro.
Ed è così che, fin dall'inizio, Giulio e la sua famiglia si sono approcciati alla disabilità. “La cosa più grande e più spettacolare è stato maturare profondamente in pochissimi mesi – racconta in uno dei primi post pubblicati sulla pagina - Diventare genitore di un bambino speciale, speciale in tutti i sensi. Ogni suo traguardo è una vittoria anche per noi. Mi sento fiera di essere La mamma di Giulio – afferma - Un figlio che non conosce e non conoscerà mai il suo limite: quello di non avere parte del suo braccio destro, perché non si è formato nel suo sviluppo fetale. Limiti che Giulio non vedrà. perché non li sentirà mai. Perché i limiti li creiamo noi. Noi, che siamo tutti uguali”.
Dopo la riflessione, la storia, fin dal principio: “Quando Giulio è nato è stato orribile, spaventoso. Ma in pochissimo tempo abbiamo capito: per bambini come Giulio è solo normalità di vivere una vita uguale a chiunque. E attraverso i suoi sorrisi e la sua crescita anche noi siamo cresciuti. Siamo diventati grandi, maturi, positivi, mai arrendevoli, mai disperati”. Di qui la necessità e il desiderio di condividere e creare, sui social, un gruppo dedicato: “Vogliamo condividere questa pagina con voi e chiunque voglia raccontarci la sua storia, inviarci le sue testimonianze, il suo messaggio personale. Vogliamo che questa pagina sia colorata di vita, sorrisi, ma anche informazioni, leggi, tecnologia, conoscenze varie che possano insegnarci che questo mondo è immenso e meraviglioso. Bisogna saperlo vivere e insegnare ai nostri figli che si può compiere ogni impresa, se il cuore lo vuole e se la mente è aperta”.
Oggi la pagina contiene soprattutto immagini e video di Giulio e delle sue piccole e grandi conquiste, realizzate grazie all'impegno di tanti professionisti, che lo accompagnano ogni giorno nel percorso riabilitativo e a cui la mamma di Giulio riconosce un ruolo fondamentale. “Ringrazio la Fondazione Santa Lucia – scrive in un post - perché rende la preparazione fisica di mio figlio atletica e recettiva. Ringrazio la sua terapista personale Hilenia Catania del Santa Lucia, che dedica due ore a settimana a Giulio tutto l' anno, utilizzando tutte le terapie necessarie”.