Giornata mondiale migranti e rifugiati. Un nuovo umanesimo. L'editoriale del direttore di Caritas Padova Lorenzo Rampon

La tragedia afghana sta risvegliando il senso di appartenenza alla comunità umana. Singoli, famiglie e parrocchie si fanno avanti per accogliere chi fugge

Giornata mondiale migranti e rifugiati. Un nuovo umanesimo. L'editoriale del direttore di Caritas Padova Lorenzo Rampon

La preoccupante situazione in Afghanistan, le immagini e le testimonianze che ci sono arrivate attraverso i mezzi di comunicazione, la formazione del governo dei Taleban che tutto fa presagire tranne il rispetto dei diritti umani e in particolare dei più indifesi, tutto questo sta fortemente provocando tutti noi. Di fatto siamo tutti toccati profondamente, e anche chi solitamente e ideologicamente si schiera contro ogni forma di accoglienza di “stranieri”, di fronte a questa situazione è più portato alla riflessione, sperimenta un sussulto di umanità. Mi sembra che in questa reazione solidale sia da intravvedere un elemento positivo al di là di eventuali calcoli politici o di eccessi emotivi: le immagini e i racconti sembrano aver destato o riattivato un senso di umanità per molto tempo sopito in tanti.

Il telefono della Caritas in questi giorni ha squillato tanto. Anche singoli cittadini si sono proposti di mettere a disposizione una camera e di allargare la famiglia. Qualcuno ci ha motivato la scelta dicendo «invece di attendere che qualcun altro si muova abbiamo pensato che è arrivato il nostro tempo di agire»; altri ci hanno detto «non siamo ricchi ma con ciò con cui si vive in due si può vivere anche in tre». Anche qualche parrocchia si è resa disponibile, altre stanno riflettendo sulla possibilità di trovare spazi, ci auguriamo che altre ancora lo facciano presto.

Il dono contenuto in questa tristissima e dolorosissima tragedia ci sembra essere proprio il recupero di una forma di umanesimo che è importante leggere, accogliere e sviluppare. La nostra reazione al dramma afghano è la cartina tornasole del fatto che la nostra natura umana ci accomuna anche a persone così diverse per usanze, etnia, religione, cultura… Abbiamo avuto in più occasioni e attraverso varie testimonianze l’impressione che si stia rivitalizzando un senso di appartenenza all’umanità tutta intera. Il senso del “noi” si sta irrobustendo? Questo è proprio ciò che auspica papa Francesco quando ci spinge ad andare verso un “noi” sempre più grande.

Un altro dato interessante viene proprio dalla diversità: cogliamo che in questo momento la diversità fa parte della spinta a conoscere e ad accogliere. Se da una parte la diversità può impaurire, dall’altra attesta lo spirito della scoperta di qualcosa/ qualcuno di totalmente nuovo e inedito. L’altro può essere un dono proprio perché presenta modi di vedere, di agire, di pensare, di credere che possono arricchire anche i nostri, quindi: “non mi rendo disponibile ad accogliere per senso del dovere ma per il gusto della scoperta, perché nella relazione con l’altro sono io a costituirmi in quanto persona”

Per questi motivi abbiamo scritto una lettera a tutti i parroci della Diocesi, un appello all’accoglienza. Se la Caritas deve svolgere, a servizio della Chiesa diocesana, la sua funzione pedagogica ci sembra che sia questo senso di umanesimo a dover essere educato, fatto emergere, esplicitato, rafforzato. L’invito allora non è di dare una mano per risolvere un problema. Anche, certo! Ma specialmente di cogliere questa occasione per educare al senso autentico dell’umano.

Di fronte ai problemi che stiamo vivendo in questa complessa congiuntura provocata dal Covid-19 forse qualcuno potrebbe pensare che sia meglio evitare altri problemi, che sarebbe più opportuno concentrarci sui nostri… ma la pandemia non ci ha forse insegnato che siamo così interdipendenti che qualsiasi scelta venga fatta e da chiunque sia operata si ripercuote sull’umanità intera? Che se pretendessimo di isolarci all’interno dei nostri confini – e ne abbiamo a tanti livelli – ne avremmo soltanto svantaggi? Basti pensare al tema del rispetto per il creato e dello sfruttamento delle risorse naturali del pianeta per dire che le decisioni di oggi toccano tutti e il futuro delle prossime generazioni. O siamo così egoisti da preoccuparci solo della nostra pensione?

Lorenzo Rampon
direttore di Caritas Padova

Strumenti

Domenica 26 settembre 2021 si celebra la 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato accompagnata dal Messaggio di papa Francesco con il titolo “Verso un noi sempre più grande”. Strumenti utili per la riflessione e l’animazione liturgica sono a disposizione nel numero di luglio di Lettera Diocesana, pubblicata sul sito letteradiocesana.diocesipadova.it. Dal sito migrantsrefugees.va della Santa Sede si possono scaricare ulteriori sussidi, approfondimenti e guide.

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