Giornata mondiale dell'infanzia missionaria. Ragazzi con il mondo nel cuore. Accanto a chi soffre, con Gesù
Giornata mondiale dell'infanzia missionaria. L'esempio dei Re Magi a seguire la stella, abbandonando tutte le distrazioni per puntare diritto a ciò che conta: Cristo presente nei bambini che soffrono la fame, esclusi dalla scuola e dalle cure, costretti a lavorare
"vivi e # passaParola" è lo slogan che è stato scelto dalle Pontificie opere per l’infanzia missionaria per la giornata mondiale dell’Infanzia missionaria, iniziata da papa Pio IX, che si celebra ogni anno il 6 gennaio. Si tratta di una giornata di preghiera e condivisione tra tutti i ragazzi del mondo che sono chiamati, con il nostro aiuto, a sentirsi partecipi del cammino gli uni degli altri. Per quest’anno il tema scelto è composto da due parole.
“Vivi”, cioè invitiamo i ragazzi a gioire e sentire che la vita che scorre nelle loro vene è un dono che sono chiamati a condividere con i tanti “vivi” vicini e lontani che incrociano per le strade, a scuola o che vedono per televisione e/o conoscono nei social. Compito del ragazzo missionario è passare “la Parola”, cioè gridare al mondo anche degli adulti che Gesù, con la sua venuta al mondo, ci ha riempito di gioia perché ci ha raccontato che siamo figli dello stesso Padre e quindi tra di noi fratelli e sorelle.
In secondo luogo i ragazzi quest’anno vogliono gridare ai quattro venti che, proprio perché hanno fratelli e sorelle in tutto il mondo, non vogliono più esser ostacolati dai muri costruiti dai grandi della terra: vogliono costruire ponti invece per facilitare l’incontro tra tutti i ragazzi della terra. E infine i ragazzi nella festa del 6 gennaio, in cui Dio si manifesta cioè arriva e incontra tutti i popoli, sono tristi e cercano una risposta ad alcune domande: perché ancora ci sono 250 mila bambini, di cui il 40 per cento bambine, impiegati in conflitti bellici come soldati e molte volte come bombe umane? Perché continua la tremenda abitudine culturale di far sposare bambine con adulti e vecchi? Perché nel mondo 100 milioni di ragazzi sono ancora costretti a vivere per strada? E si chiedono ancora: se è vero che siamo figli e fratelli, perché alcuni nella mensa del mondo hanno da mangiare e si sfamano mentre molti (8 milioni ogni anno) muoiono di fame?
Si parla sempre meno delle difficoltà degli altri, non si vuole sapere come vivono altri ragazzi. I bambini di tante regioni del mondo sono ignorati, nascosti, con l’unica colpa di essere nati lontano dalle nostre telecamere e dai nostri cuori. Per questo è nata l’Infanzia missionaria: per suscitare nei ragazzi sguardi curiosi, attenti, sensibili; per coinvolgerli nell’aiuto di altri coetanei in difficoltà; per ridare voce agli "invisibili" del pianeta.
Oggi ricordiamo e celebriamo la festa della manifestazione di Dio a tutti i popoli, rappresentati dai Re Magi; loro ci hanno insegnato una cosa molto importante: se vogliamo trovare Gesù dobbiamo seguire la stella e imparare dai Re Magi a mettere da parte per un tempo (Avvento) tutte le cose che ci possano distrarre (ognuno ha le sue), metterci in cammino insieme per uscire per le strade in cerca del volto di Dio negli impoveriti del mondo e infine condividere – essere solidali con quel Gesù che si fa presente oggi nei bambini che nel mondo non hanno accesso alla scuola, con coloro che non hanno niente da mangiare, con coloro che non hanno come comprarsi le medicine o che sono costretti a lavorare per mantenere la loro famiglia.
È compito della Chiesa essere segno, "essere stella", per condurre a Cristo ogni fratello e sorella. Ecco perché in questo giorno i ragazzi missionari dei cinque continenti celebrano il loro impegno per la missione e sono incoraggiati a sviluppare la loro azione in famiglia, a scuola, in parrocchia, nello sport e in tutti i luoghi di incontro con altri ragazzi della loro età. Crescere con questa sensibilità è possibile solo se fin da piccoli si fanno esercizi di missionarietà, di fraternità, di condivisione, di misericordia. In un mondo in cui si ergono muri a difesa delle frontiere o si vuole respingere chi proviene da altre terre e culture, la Giornata missionaria dei ragazzi ci ricorda che la terra è di tutti, che tutti abbiamo diritto a una pienezza di vita e che Gesù è venuto proprio per abbattere i muri, per unire, per costruire una grande fraternità universale.
Angelo Zambon e Sandra Zemignan
Centro missionario diocesano