Gaza. Msf: “L’ospedale di Al Aqsa è una nave che affonda”

A seguito dei nuovi attacchi militari israeliani nell’area di Mezzo della Striscia di Gaza, l'ospedale di Al-Aqsa, supportato da Medici Senza Frontiere (Msf), riesce a malapena a far fronte all'afflusso di pazienti e di morti. L’organizzazione: “E’ un caos assoluto”

Gaza. Msf: “L’ospedale di Al Aqsa è una nave che affonda”

A seguito dei nuovi attacchi militari israeliani nell’area di Mezzo della Striscia di Gaza, l'ospedale di Al-Aqsa, supportato da Medici Senza Frontiere (Msf), riesce a malapena a far fronte all'afflusso di pazienti e di morti. Ad affermarlo è la stessa organizzazione, che aggiunge: “Nel pronto soccorso dell'ospedale di Al Aqsa, supportato da Medici Senza Frontiere, la situazione è ancora peggiore di quella di ieri. Nella zona rossa, dove vengono visitati i pazienti più critici, ci sono scene di devastazione. I pazienti sono sul pavimento, c'è sangue ovunque, non ci sono letti, i cadaveri non vengono portati all'obitorio perché è sovraccarico. Bisogna trovare il modo per farsi strada per portare i pazienti dentro l’ospedale e curarli in mezzo ai morti. È un caos assoluto, l'ospedale di Al Aqsa è una nave che affonda. In sala operatoria, i pazienti feriti nei bombardamenti della scorsa notte giacciono a terra su barelle, in attesa di un posto in sala operatoria. In sala d’emergenza non c’è capacità per fare il triage e sfortunatamente arrivano diversi casi che - data la capacità dell'ospedale e della situazione a Gaza in generale - moriranno. Ma è incredibilmente difficile per gli infermieri e i medici del pronto soccorso non dare nemmeno un briciolo di speranza. E così provano a portare i pazienti in sala operatoria, ma poi sfortunatamente bisogna dare la brutta notizia della morte alle famiglie”.

Conclude Msf: “A Gaza non ci sono altri ospedali funzionanti e i pazienti non possono essere trasferiti in altre strutture per ricevere le cure. E così, ferito dopo ferito, i pazienti che arrivano ad Al-Aqsa in condizioni critiche, restano ad Al-Aqsa e muoiono ad Al-Aqsa. Eppure, come dicono i nostri colleghi, non ci arrendiamo. Ma non so per quanto tempo potremo resistere”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)