Evasione nel lavoro domestico, in arrivo perdita di 500 milioni di euro. “Urge riforma fiscale”
La proposta dell’Osservatorio nazionale Domina, articolata nel primo Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020: la necessità di far interagire le banche dati Inps con quelle dell’Agenzia delle Entrate
I lavoratori domestici che non dichiarano i redditi percepiti eludendo il fisco sono molti: generano una perdita di quasi 500 milioni di euro ogni anno per le casse dello Stato (Relazione Mef sull’economia osservata, 2019). Da qui, la proposta dell’Osservatorio nazionale Domina, articolata nel primo Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020: la necessità di far interagire le banche dati Inps con quelle dell’Agenzia delle Entrate.
“Assieme alle altre proposte di riforma fiscale – la retribuzione deducibile al 15% per colf e al 30% per badanti, i contributi deducibili al 100% per entrambi e la possibilità di regolarizzare gli stranieri irregolari con permesso di soggiorno temporaneo – il dialogo tra le banche dati permetterebbe di moltiplicare il gettito fiscale dagli attuali 1,5 miliardi di euro (pagati da 849 mila lavoratori regolari) a potenziali 3,6 miliardi (due milioni di lavoratori) – afferma Domina -. In fase di assunzione del lavoratore domestico, l’Inps potrebbe trasmettere all’Agenzia il dato economico retributivo richiesto nella domanda, legandolo al codice fiscale del lavoratore domestico assunto. Utilizzando questi dati, l’Agenzia delle Entrate potrebbe inviare al lavoratore la dichiarazione precompilata e lo Stato sarebbe in grado di recuperare una buona percentuale dell’evasione”.
La palla torna allora nel campo della politica. Nell’ultima legge di bilancio approvata è previsto uno specifico fondo per la riforma fiscale, che dovrebbe portare a una revisione della pressione fiscale. “Auspichiamo che le proposte Domina, compresa quella della condivisione delle banche dati, possano entrare nelle discussioni di governo e Parlamento, nell’interesse delle famiglie, della partecipazione delle donne al mondo del lavoro e dello Stato stesso”, commenta Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina.