EnigMalavita, a Genova la prima "Escape Room" in un bene confiscato alla mafia

Il progetto è di un gruppo di scout: obiettivo, entrare in contatto con i temi legati alla lotta alle mafie attraverso un’esperienza di gioco. “Chi parteciperà avrà consapevolezza del potente ruolo della criminalità organizzata nel nostro territorio e, soprattutto, dell’importanza che la lotta alle mafie ha avuto, ha e avrà per tutti noi”

EnigMalavita, a Genova la prima "Escape Room" in un bene confiscato alla mafia

Un’Escape Room in un bene confiscato nel centro storico di Genova. Si chiama “EnigMalavita”, progetto nato a settembre 2020 da un gruppo di ragazzi uniti dall’esperienza scout nel gruppo Agesci Genova 13 per offrire la possibilità a tutti di entrare in contatto con i temi legati alla lotta alle mafie attraverso un’esperienza di gioco. “È la realizzazione del sogno di un ragazzo – spiegano i promotori –, che poi è diventato il sogno di tutti noi. Stefano Matricardi è sempre stato appassionato di giochi di logica e, allo stesso tempo, molto attivo nella lotta alla mafia. Per tanti è stato un compagno di cammino, per altri un capo e un fratello maggiore, ma a tutti ha lasciato lo spirito di iniziativa e di servizio nei confronti della nostra società. Stefano è stato un esempio di integrità e cittadinanza attiva per i giovani. Dopo l’idea e l’allestimento di una prima Escape Room a tema mafia, Stefano si è ammalato di tumore al cervello ed è mancato lo scorso marzo. Cercando un modo concreto per ricordarlo, abbiamo pensato di portare avanti l’idea dell’Escape Room in un bene confiscato nel centro storico di Genova”. Così gli amici di Stefano hanno partecipato a un bando del Comune di Genova attraverso il patrocinio della Zona Tre Golfi dell’associazione Agesci e, a luglio 2021, sono riusciti a ottenere la gestione di un bene confiscato alla mafia.

Come detto, l’obiettivo del progetto “EnigMalavita” è quello di dare la possibilità a tutti di fruire degli immobili confiscati alla mafia, creando al loro interno un’esperienza per coinvolgere e sensibilizzare la cittadinanza sui temi legati alla criminalità organizzata. “Genova – spiegano –, porto e punto di contatto di molte culture, attira anche le azioni della criminalità organizzata. Nella nostra città c’è stata la più grande confisca del Nord Italia: 115 beni presi alla famiglia Canfarotta nel 2009. Non si tratta di ville e grandi terreni, ma di depositi e palazzine abitative in pessime condizioni. La maggior parte di questi immobili si trova nel centro storico di Genova, nei vicoli frequentati da ogni genovese. Il nostro bene si trova in Vico Umiltà 4r, a cinque minuti dalla Cattedrale. Si tratta di un piccolo seminterrato costituito da tre stanze e un bagno. Dopo i festeggiamenti per l'assegnazione del bene, ci siamo scontrati con le condizioni dell’immobile, da ristrutturare completamente, dal pavimento agli impianti. Allo stesso tempo, la sua posizione e le sue caratteristiche lo rendono perfetto per il nostro sogno: trasformarlo in un’Escape Room”.

Ma cos’è una Escape Room? Si tratta di un gioco di logica nel quale i concorrenti, rinchiusi in una stanza allestita a tema, cercano una via di uscita: per poter completare con successo questa missione dovranno usare la logica e il lavoro di squadra. Sarà concessa una sola ora di tempo per risolvere tutti gli enigmi la cui soluzione permetterà di accedere al livello successivo e, infine, a uscire dalla stanza. “Il nostro intento è trasmettere a chi sceglierà questa esperienza la sensazione di aver vissuto in prima persona le dinamiche legate alla mafia, la consapevolezza del suo potente ruolo nel nostro territorio e soprattutto l’importanza che la lotta alla criminalità organizzata ha avuto, ha e avrà per tutti noi”.

Per realizzare il sogno di Stefano i suoi amici hanno lanciato una campagna di raccolta fondi: “Grazie al crowdfunding potremo dare il via alla ristrutturazione dell’immobile. Quando i donatori verranno a trovarci per giocare nella Escape Room, lo spazio sarà finalmente pronto, con un bagno, una cabina di regia e le stanze allestite dove toccherà a loro e alla loro squadra districarsi nel mondo della mafia. Una volta ricevuto l’aiuto dei donatori il progetto camminerà sulle proprie gambe. Infatti, a eccezione delle spese iniziali per le quali chiediamo la collaborazione di tutti, contiamo di autofinanziare il mantenimento dell’Escape Room con i proventi del gioco”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)