Elezioni regionali. Daniela Sbrollini. Lista “Daniela Sbrollini presidente”
Daniela Sbrollini. Abita a Vicenza da trent’anni. Sposata con figli. Eletta alla Camera nel 2008, si è impegnata sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza. Dal 2013 nella Commissione degli Affari sociali, si è sempre occupata di Welfare e di sport. Alle elezioni politiche del 2018 viene eletta senatrice. Nel giugno 2018 entra a far parte della Commissione Agricoltura e produzione alimentare. A partire dal gennaio 2019 è componente della Commissione bicamerale per le questioni regionali.
Qual è la principale novità/discontinuità che introdurrebbe nel Governo del Veneto rispetto alla gestione di questi ultimi dieci anni?
«Il Veneto è andato avanti per il merito dei suoi cittadini. Lavoro e impresa sono costanti che anche in questi anni hanno prodotto benessere. Ma la politica ha solo assecondato questa situazione. Non l’ha guidata. Il Covid ha messo a nudo le criticità che questo modello di sviluppo ha creato. Da oggi dobbiamo pensare a un modello nuovo per garantire lavoro a tutti. Compreso ai giovani che cercano fuori dal Veneto e fuori dall’Italia percorsi di vita più interessanti. La Regione deve guidare la svolta e incidere di più. Attraverso la formazione continua di chi ha perso il lavoro perché stanno velocemente cambiando le richieste di prodotti e di processi. E nella formazione dei giovani perché possano trovare qui nel Veneto la loro prospettiva di vita. Ogni euro investito nella formazione è un euro investito nel futuro. Il Veneto è una miniera di imprese che hanno già un piede nell’economia post CO2 , eccellenze vere della green economy. Bisogna ripensare molte politiche per i giovani e legate al lavoro. Il capitale umano è la nostra miniera».
Autonomia del Veneto: quale obiettivo è realistico perseguire?
«La nostra proposta di autonomia prevede un modello federalista basato sul principio di sussidiarietà, attraverso la concreta valorizzazione degli enti locali come i Comuni che conoscono e rappresentano le esigenze dei cittadini e del territorio in modo puntuale. Siamo convinti che autonomia regionale non significhi un nuovo centralismo delle Regioni ma l’amplificazione di un modello federale. Non rinunciamo al principio fondamentale dell’unità e indivisibilità territoriale della Repubblica Italiana più volte messo in discussione dalle metamorfosi che ha portato la Lega dall’indipendentismo separatista allo spirito confuso autonomista di oggi. Siamo altrettanto convinti che non tutta l’Italia è ugualmente pronta. Quindi consideriamo percorribile la strada dell’autonomia differenziata».
Grandi infrastrutture: ce n’è una, in particolare, che da presidente della Regione ritiene essenziale realizzare?
«Lo spreco è un delitto. Vale per i prodotti alimentari. Vale per i rifiuti. Vale per il territorio. Nel Veneto ci sono molti investimenti da fare. Ma occorre una nuova idea di sviluppo che privilegi le cose urgenti da fare e non le speculazioni. Anche nel 2019 il Veneto risulta la Regione che ha cementificato di più. A fronte di centinaia di capannoni in disuso e di appartamenti vuoti, si continua a cementificare. E poi, recuperare, riutilizzare e ristrutturare. Dobbiamo investire nelle infrastrutture che servono a rendere meno fragile il territorio, a migliorare la qualità dell’aria, a difesa dell’ambiente, per offrire opportunità di mobilità diverse, meno energivore, meno inquinanti. Ma investiamo sulle infrastrutture destinate alla “neutralità” climatica, per azzerare le emissioni di CO2 ».