Educare ad amarsi. Il valore della corporeità e della sessualità a fronte di quanto avviene - anche di allarmante - nel mondo della Rete

E' illusorio pensare di arginare l'idea di sesso-consumo esclusivamente con sanzioni e divieti che pure vanno attuati: si apre un campo fondamentale sul piano educativo

Educare ad amarsi. Il valore della corporeità e della sessualità a fronte di quanto avviene - anche di allarmante - nel mondo della Rete

La Rete è un microcosmo molto sofisticato e pervasivo nel nostro agire quotidiano, in particolare attraverso la diffusione con enorme facilità e velocità di video, immagini e messaggi. Inevitabilmente anche la dimensione affettivo-sessuale delle persone viene influenzata dalla natura virtuale di Internet. La facilità e la solo apparente gratuità degli scambi (in realtà vi è un enorme mercato dietro le quinte) inducono a creare un’innaturale distanza fra la corporeità, la dimensione delle pure emozioni e quella dei sentimenti che coinvolgono anche la sfera della ragione e della coscienza. Le nuove generazioni sono esposte al messaggio – neanche più subliminale, ma molto esplicito – che la sessualità sia solo un prodotto di consumo, appartenga per lo più all’ambito ludico ed occasionale; che essa sia un gioco che non necessiti di molte regole per essere praticato. Le conseguenze di ciò sono sotto gli occhi tutti. Molti sono gli adolescenti e i giovani che si affidano alle piattaforme on line per un primo incontro (ma in televisione va in onda anche un programma dal titolo Matrimonio a prima vista!); la fruizione della pornografia va sempre più aumentando, sia fra maschi che femmine, in età anche molto precoce; come conseguenza del massiccio scambio di immagini a contenuto sessuale, aumentano i casi di cyberbullismo spesso gravi e pericolosi. In tanti, infatti, si trovano ad essere vittime di aggressivi predatori, o hater (odiatori) che minacciano e ricattano, inducendo, non di rado, chi subisce gli attacchi a reazioni di frustrazione, angoscia, fino ad indurre al suicidio.

A fronte di questa tendenza che sposta sempre più in là i suoi confini e che è illusorio pensare di arginare esclusivamente con sanzioni e divieti che pure vanno attuati, si apre un campo fondamentale sul piano educativo.

È necessario che, fin nell’età adolescenziale, ma soprattutto nel tempo in cui si consolidano i rapporti di coppia, si converga in itinerari che permettano di riscoprire il valore connesso con lo sguardo che noi riserviamo ai nostri corpi e l’attenzione che prestiamo al significato dei gesti. Bisogna riabituarsi a vedere e guardare non tanto per possedere, ma piuttosto per conoscere l’altro nella sua indissolubilità di corpo, psiche e anima. Noi, infatti, non abbiamo, ma siamo un corpo e questo assunto determina un approccio radicalmente più complesso, che prevede, per esempio, la dimensione della gradualità e della tenerezza. In quest’ottica il fidanzamento non può che essere un tempo propizio per sperimentare una crescita progressiva nell’intimità anche fisica della coppia, in netta controtendenza con quanto illustrato poc’anzi. Ben oltre che un tempo per sperimentare la cosiddetta “intesa sessuale”, coloro che intendono prepararsi alla donazione totale di sé, sono chiamati ad un costante allenamento a scoprire l’altro nella sua preziosa unicità; a maturare nella consapevolezza di sé per potersi donare interamente all’altro, anche affinando la capacità dell’attesa. Un cammino di conoscenza reciproca che non finisce mai, ma le cui basi possono e devono essere solide per poter alimentare un amore che vuole essere per sempre. Anche nella dimensione sessuale, lo spontaneismo non è sinonimo di veridicità, perché amarsi richiede una determinazione e un coinvolgimento pieno della volontà, senza spaventarsi anche quando prevale la fatica e la stanchezza.

La sessualità, poi, manifesta la sua pienezza quando è aperta alla vita e finalizzata alla generazione dei figli. Un aspetto che inevitabilmente richiede una responsabilità decisamente distante da logiche e criteri occasionali. Quando l’amore sponsale è vissuto assumendo convintamente la prospettiva del dono reciproco verso una comunione di vita sempre maggiore, anche la dimensione sessuale assume quei tratti che l’esperienza cristiana sintetizza con la parola “castità”. Una virtù mai scontata, che si alimenta nell’arco di tutta la vita, prima e dopo il matrimonio e che ha a che fare con il desiderio innato di ogni uomo e ogni donna di amare ed essere amati con integrità e purezza.

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Fonte: Sir