Ecco a cosa serve un giornale oggi. La Difesa, una comunità in cammino in un 2025 ricco di eventi

Avete notato nulla di nuovo nella copertina di questa settimana? Era esattamente il 5 gennaio di 117 anni fa quando uscì il primo numero in assoluto de La Difesa del popolo. 

Ecco a cosa serve un giornale oggi. La Difesa, una comunità in cammino in un 2025 ricco di eventi

Il vescovo Luigi Pellizzo dava vita a questo giornale rivedendo l’offerta editoriale cattolica che in città non mancava, ne faceva la voce della Diocesi di Padova, come capitava in altre Chiese locali, sulla scorta dell’Opera dei congressi e di un rinnovato impegno dei cattolici in politica e nel sociale dopo gli anni del Non expedit. In questo ormai lungo tratto di strada compiuto assieme ai nostri lettori, abbiamo deciso di iniziare il 118° anno di vita del nostro settimanale con una ventata di novità, disegnando una prima pagina che rappresenti sempre più l’identità della Difesa: un periodico di approfondimento, capace di stare sui temi nel tempo, sviscerandoli da più punti di vista, sforzandosi di fare vera informazione, anche se questo significa non seguire i filoni battuti dai grandi media. Su tutto, ci interessa andare a caccia di storie e di notizie che diano davvero l’idea di come le persone vivano oggi qui, nel nostro territorio, di quali siano le problematiche e le possibili vie d’uscita, ma anche di quanto di buono si sprigiona ogni giorno grazie all’impegno dei singoli, delle comunità e delle associazioni. Mai come oggi è stato chiaro che un giornale è un essere vivente, un organismo che evolve al mutare dei tempi e delle persone che lo “fanno” giorno dopo giorno. Ciò che da sempre ha preso la forma di un fascicolo di fogli (più o meno grandi, prima in bianco e nero e poi a colori) adesso riassume in sé molte espressioni. Siamo un sito web aggiornato ogni giorno. Siamo alcuni profili social attraverso i quali informiamo e ci relazioniamo con lettori e aggregazioni di cittadini: iscrivetevi al nostro canale WhatsApp e ogni giorno ricevete una notizia da leggere e condividere. Ora siamo anche un’applicazione che vi porta l’edizione digitale della Difesa puntuale, ogni mercoledì mattina, direttamente nel vostro smartphone; se ancora non l’avete provata, scaricatela dallo store di applicazioni di Google o Apple, sfogliate le pagine in anteprima e fateci sapere cosa ne pensate.

Tutti questi “siamo” tuttavia non si riferiscono solo alla redazione, alla società editrice o alla Curia diocesana. In questo tempo in cui l’informazione è pervasiva, a tratti patologica, un giornale sempre più è una comunità di persone che condividono una serie di valori di base e che non intendono smettere di interrogarsi sulla società e sull’attualità. Un giornale è il luogo in cui aprire dibattiti (ed è bello avere sempre la pagina delle lettere dei lettori ben popolata), condividere un’idea o un fatto per metterlo a disposizione di chi vorrà riprenderlo e propagare il bene, raccontare storie di vita o di scelte che possano ispirarci in un tempo in cui i solidi riferimenti culturali di un tempo hanno lasciato spazio a un terreno che ognuno è chiamato a dissodare e piantumare come meglio crede. Ecco perché La Difesa – come tutti gli altri organi di informazione – è preziosa: perché a partire dalle notizie accompagna ogni settimana i membri della sua comunità a farsi una propria idea del mondo e a coltivare il pensiero critico. Riprendiamo quindi il cammino, in questo 2025, esattamente da dove lo avevamo lasciato nel 2024, consapevoli che l’anno che abbiamo davanti ci porterà molte novità, a partire dalle elezioni regionali in autunno (a meno di clamorose decisioni), l’avvicinamento alle Olimpiadi di Milano-Cortina e, sul fronte ecclesiale, la realizzazione di quanto prescritto dal Sinodo diocesano sulle collaborazioni pastorali e i ministeri battesimali. La Difesa c’è, andiamo avanti insieme. Buon anno a tutti voi!

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