Nicaragua: gli Usa impediscono ingresso a 38 esiliati in Guatemala con programma statunitense. Riceveranno assistenza legale dai Gesuiti
Trentotto ex detenuti politici nicaraguensi, incarcerati dal regime di Daniel Ortega e deportati in Guatemala, non sono stati ammessi al programma Secure Mobility del Governo statunitense, e non potranno, almeno al momento, raggiungere gli Stati Uniti, per riunirsi, in molti casi, ai propri familiari.
E questo nonostante la loro uscita dal Paese d’origine sia avvenuta nell’ambito di un’operazione coordinata dagli Stati Uniti. Lo riporta il sito indipendente “Despacho 505”, il quale informa che gli esiliati riceveranno il sostegno della Rete dei Gesuiti per i migranti del Guatemala.
A causa della situazione critica in cui si trovano dopo essere stati respinti per il reinsediamento negli Stati Uniti, l’organizzazione, si è rivolta a loro per offrire consulenza legale e aiuti umanitari. Finora, 38 esuli nicaraguensi hanno ricevuto notifiche di non accettazione per il programma di mobilità sicura. Le ragioni principali di questi rifiuti, paradossalmente, riguardano le imputazioni ricevute proprio in Nicaragua, del tutto false. Secondo le testimonianze di alcune delle persone coinvolte, le delle autorità statunitensi per l’immigrazione citano come motivo principale i precedenti di “atti terroristici”.
Questa situazione non solo lascia i rifugiati nel limbo, ma li espone anche al rischio di rimanere senza una sistemazione, poiché l’assistenza umanitaria di cui hanno beneficiato da settembre, quando sono stati inviati in Guatemala nell’ambito dell’operazione coordinata dagli Stati Uniti, termina il 31 gennaio. Ciò significa che dovranno lasciare gli alberghi in cui hanno alloggiato per tutto questo tempo. Una delle ipotesi di soluzione è che gli esiliati ricevano uno status di rifugiati dalla Spagna.