Ebrei: festa di Hanukkah. Mons. Spreafico (Cei), “possa la luce illuminare anche questi tempi bui”
“L’augurio è che questa luce, che si è accesa per la prima volta dopo un tentativo di annientare la vita e la fede ebraica da parte di Antioco IV, sia luce che illumina anche oggi questo tempo buio che non accetta le diversità e le vuole eliminare”.
È quanto mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, augura all’Italia in occasione della festa di Hanukkah conosciuta anche come festa delle luci che le comunità ebraiche stanno celebrando in famiglia o tra amici, con preparativi di dolci, di canti e di Chanukkiot lucidate.
“Questa luce ci unisce”, prosegue il vescovo. “Penso alla coincidenza quest’anno tra la festa di Hanukkah e il Natale cristiano, tempo in cui le nostre comunità celebrano il Dio di Israele e il Dio di Gesù. Credo che proprio in questa coincidenza dobbiamo riscoprire come questa luce sia segno di unità nel mondo e noi, nella nostra diversità, nella ricchezza delle diversità, dobbiamo illuminare il mondo con la fede”.
Anche se i tempi oggi sono difficili, il vescovo invita a non cedere al pessimismo.
“In fondo – osserva – quella luce che è stata ritrovata nel tempio, ha resistito con poco olio. È diventata segno della resistenza della fede. Segno che la fede resiste anche alle grandi intemperie. E questo è un tempo di intemperie. Un tempo in cui l’oscurità ha il volto della poca capacità di dialogo, di incontrare e comprendere l’altro. Ha il volto di un odio espresso senza motivo, di un rancore urlato ad alta voce, di un insulto anonimo e rabbioso che viaggia on line. Purtroppo, ci stiamo troppo abituando a riversare senza motivo il nostro malessere e le nostre frustrazioni sugli altri e questa pratica è frutto della concentrazione su stessi che non permette di guardare l’altro con gentilezza e amicizia”. Le comunità religiose hanno un compito importante da svolgere nella società.
“Possiamo rafforzare il nostro legame, il nostro impegno per la pace e la mutua comprensione perché tante volte nel contrasto e nel rifiuto dell’altro, c’è tanta ignoranza e pregiudizio, ma soprattutto non c’è consapevolezza della storia. Dobbiamo sempre ricordare che quando lasciamo crescere segni di odio, di rancore e di vendetta nei cuori, i tempi diventano bui e la violenza generata rovina tutto. È questo l’insegnamento della storia. Noi cristiani celebreremo domani la nascita di Gesù. Prego perché questa luce illumini le menti e i cuori e possa riaccendere in ognuno la luce di sapienza e dell’amore che Dio ha posto in ciascuno di noi”.