Don Bosco spalanca le porte alla tecnologia
I salesiani dell’Ispettoria “San Marco” dell’Italia Nord Est spalancano le porte delle loro scuole all’Intelligenza Artificiale stringendo un accordo con Google.
Gli eredi di don Bosco – che in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, tra scuola primaria e università raccolgono nove mila studenti e 950 docenti – hanno scelto di affrontare la sfida delle AI rinunciando sia ai bandi e agli anatemi degli “apocalittici”, che vorrebbero una scuola senza tecnologia, sia agli entusiasmi gonfiati ma teorici dei cosiddetti “integrati”, che vedono nella transizione digitale un traguardo inevitabile da subire passivamente e non un processo faticoso che richiede preparazione e fatica. Concretamente sono state acquistate 800 licenze di “Gemini”, l’intelligenza artificiale generativa di Google, da impiegare all’interno delle piattaforme di “Google Workspace for Education”. «Non temiamo di continuare ad apprendere e di creare percorsi stimolanti per i nostri insegnanti, educatori e formatori, perché sentiamo l’urgenza di educare e di osare – dichiara don Lorenzo Teston, delegato ispettoriale per le scuole di Ine – la tecnologia è uno strumento, e l’IA lo è in modo particolare. Vogliamo studiarla, approfondirla e comprenderla per aiutare i giovani a costruire un mondo diverso». «Come università – aggiunge don Nicola Giacopini dello Iusve – ci impegniamo a fornire un accompagnamento pedagogico e scientifico che permetta di integrare l'intelligenza artificiale in modo etico e consapevole all'interno dei processi educativi». Come si può intuire si va ben oltre la banalizzazione del senso comune secondo cui “i ragazzini useranno Chat Gpt per fare i compiti”. La prospettiva vera è dotarsi fin da subito di quegli automatismi che permettano di discernere sempre il funzionamento e l’impiego della tecnologia in un mondo destinato ad essere totalmente trasfigurato dalle AI.