Domenica Gaudete, il vescovo Claudio agli Eremitani: "Il vostro è un servizio alla gioia"
Nella domenica Gaudete, la domenica della gioia, il vescovo Claudio ha celebrato l’eucaristia – alle 12 nella chiesa degli Eremitani – con il mondo della cultura e dell’arte della città di Padova e con la comunità parrocchiale. È stata la terza tappa del suo “viaggio” – dopo quelle con i sacerdoti anziani del Cenacolo di Montegalda (28 novembre) e le cooperative sociali del vicariato di Selvazzano (5 dicembre) – per condividere, e “amplificare”, il messaggio scelto dalla Diocesi per vivere il tempo di Avvento: “Verso un noi sempre più grande”.
Luogo non poteva essere più adatto per incontrare il mondo della cultura e dell’arte: la chiesa dei santi Filippo e Giacomo agli Eremitani è uno degli otto siti padovani che l’estate scorsa sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. «Di fronte a tanta bellezza – ha sottolineato don Claudio – si resta incantati, in silenzio. È l’effetto dell’arte... E fra le opere l’arte ci siamo anche noi, uomini e donne. La nostra vita è l’opera d’arte del Signore».
Nella domenica Gaudete, che anticipa la gioia del Natale, il vescovo ha consegnato ai fedeli una riflessione a partire dalle parole del profeta Sofonia, nella prima lettura: «Oggi ci viene detto che il Signore è con noi. Anche con voi del mondo della cultura e dell’arte. Vi invito a mettervi in coda con i pastori del presepe e riconoscere che il Signore è presente. È già con voi nel bene, nel bello, nel vero che a volte si possono dire solo con l’arte. Vi sono grato, perché il vostro compito è quello di “estrarre” dal cuore degli uomini ciò che altrimenti resterebbe inespresso. Dentro a quel bello, buono e vero che è nelle vostre mani si costruisce alleanza con il Vangelo. Anche i cristiani, nella loro fede, che è un dono, hanno accesso a una profondità altrimenti irraggiungibile. Come cristiani, e come artisti, non possiamo trattenere ciò che abbiamo nel cuore».
Don Claudio, citando il messaggio che Paolo VI ha affidato agli artisti nel 1965 – «La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini...» – ha sottolineato: «Il vostro è un servizio alla gioia: favorite l’incontro tra fratelli e sorelle, date spessore alla finezza della testa, scavate nei cuori e li fate esultare, rendete tutti noi più sensibili, più gentili. Diciamo insieme grazie per i doni che realizzate e condividiamo la speranza di costruire un noi sempre più grande. L’arte può unire i cuori...».
Alla fine della celebrazione eucaristica – animata dal Coro voci bianche Cesare Pollini (diretto da Marina Malavasi e con l’accompagnamento musicale di Alessandro Kirschner) – don Giorgio Bezze, direttore dell’ufficio di Pastorale della cultura e dell’università, ha invitato il mondo della cultura e dell’arte a partecipare a un “gruppo di ascolto sinodale”.