Dl Rilancio, Assindatcolf: da oggi un nuova fase per il lavoro domestico
"Nel dl 'Rilancio' sono contenuti importanti provvedimenti, che riteniamo potranno avere ricadute positive sia in termini di emersione del lavoro irregolare, che di sostegno al reddito per colf, badanti e baby sitter". Così Andrea Zini, vicepresidente Assindatcolf
"Da oggi inizia una nuova fase per il lavoro domestico. Ringraziamo il Governo che ha saputo recepire le sollecitazioni avanzate fin dall'inizio di questa emergenza dalla nostra associazione. Nel dl 'Rilancio' sono contenuti importanti provvedimenti, che riteniamo potranno avere ricadute positive sia in termini di emersione del lavoro irregolare, che di sostegno al reddito per colf, badanti e baby sitter colpite da questa emergenza". Così Andrea Zini, vicepresidente Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, componente Fidaldo.
"Il Decreto 'Cura Italia'- prosegue- aveva infatti escluso i domestici dalla cassa integrazione, mettendo molte famiglie datrici di fronte ad una difficile scelta: mantenere il rapporto di lavoro a fronte di una prestazione che nel 60% dei casi era stata comunque sospesa, o licenziare. L'indennità prevista all'art. 85 del dl 'Rilancio' rappresenta, quindi, una boccata di ossigeno per tutto il comparto che attendeva da oltre due mesi. Per i mesi di aprile e maggio l'Inps erogherà in un'unica soluzione un contributo complessivo di 1.000 euro (500 euro per ciascuna mensilità). Destinatari del provvedimento saranno colf, badanti e baby sitter non conviventi che alla data del 23 febbraio 2020 abbiano in essere uno o più rapporti di lavoro dalle 10 ore in su. Bene anche la copertura economica che consentirà di arrivare a 460mila lavoratori".
"Infine- conclude Zini- sul tema dell'emersione del lavoro irregolare, seppur nelle difficoltà, la norma introdotta ci sembra un buon punto di partenza, un provvedimento di cui il settore domestico aveva davvero bisogno. A fronte di 860mila colf, badanti e baby sitter con regolare contratto si stima, infatti, che i lavoratori in nero siano 1,2 milioni. Tra questi, stando alle nostre proiezioni, circa 200mila sarebbero già impiegati nelle case degli italiani senza essere in possesso di regolari documenti, con rischi troppo elevati soprattutto in questa fase di emergenza". (DIRE)