Disuguaglianze: Oxfam, raddoppiati patrimoni dei 10 uomini più ricchi del mondo durante pandemia, al ritmo di 15.000 dollari al secondo
Nei primi 2 anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15.000 dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno.
Nello stesso periodo si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della pandemia. “Già in questo momento i 10 super-ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone – ha detto Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International –. Se anche vedessero ridotto del 99,993% il valore delle proprie fortune, resterebbero comunque membri titolati del top-1% globale”. È quanto emerge da “La pandemia della disuguaglianza”, il nuovo rapporto pubblicato oggi da Oxfam, organizzazione impegnata nella lotta alle disuguaglianze, in occasione dell’apertura dei lavori del World economic forum di Davos, che quest’anno si terrà in forma virtuale. Dall’inizio dell’emergenza Covid-19 ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021. Il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo completo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale. “È il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare così tante vite”, afferma Oxfam: ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Le donne hanno subito gli impatti economici più duri della pandemia e hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, un ammontare superiore al Pil combinato di 98 Paesi, e stanno affrontando un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, che ancora oggi ricade prevalentemente su di loro. Mentre l’occupazione maschile dà segnali di ripresa, si stimano per il 2021 13 milioni di donne occupate in meno rispetto al 2019.