Diminuiscono le rimesse degli immigrati verso l’estero: -3,2% nel 2020
I dati di Ismu, che registra le rimesse degli immigrati verso i Paesi di origine nell’anno della pandemia. Nel 2020 le rimesse verso tutti i Paesi del mondo hanno raggiunto un totale di 2 miliardi e 197 milioni di euro, a fronte dei 2 miliardi e 269 milioni stimati nel 2019. Al primo posto i romeni con 507 milioni di euro (-7%, rispetto al 2019). Lombardia in controtendenza (+3,9%)
In base alle ultime elaborazioni svolte a partire dai dati Istat e dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim), l’Ismu stima che, nel 2020, le rimesse della popolazione immigrata dall’Italia verso tutti i Paesi del mondo abbiano raggiunto un totale di 2 miliardi e 197 milioni di euro a fronte dei 2 miliardi e 269 milioni stimati nel 2019, con una contrazione del 3,2%.
Cittadinanze, al primo posto i romeni
Nel 2020 al primo posto per invio di rimesse dall’Italia verso l’estero si colloca il collettivo romeno con 507 milioni di euro (-7,0%, rispetto al 2019), seguito da quello ucraino (158 milioni), marocchino (107 milioni) e indiano (102 milioni). Tutti gli altri principali Paesi si collocano al di sotto della soglia dei cento milioni di rimesse annue nel 2020: Pakistan 90 milioni, Filippine 84, Sri Lanka 82, Senegal e Polonia 75 a testa, e Cina 74 (-67,1% rispetto ai 255 milioni del 2019).
Lombardia in controtendenza
Nonostante la crisi causata dall’emergenza sanitaria, le rimesse che gli immigrati hanno effettuato dalla Lombardia verso i Paesi di origine sono invece in leggero aumento: il denaro inviato all’estero nel 2020 è stimato in 601,7 milioni di euro, pari al +3,9%, rispetto ai 579,3 milioni stimati nel 2019. “Un aumento che è in controtendenza rispetto all’andamento degli ultimi 14 anni”, precisa l’Ismi: dal 2006, anno in cui ammontavano a 777,5 milioni di euro, le rimesse dalla Lombardia verso l’estero hanno subito una contrazione del 22,6%. Fino al 2019, dunque, la popolazione immigrata si è mostrata sempre più intenzionata a spendere e a investire i propri soldi in Italia, piuttosto che in patria.
“Nel 2020 lo scenario sembra cambiato: il lieve incremento del volume di rimesse sta probabilmente a indicare che è in crescita il numero di chi, tra i migranti, avrebbe intenzione di ‘preparare il campo’ a un eventuale ritorno in patria”, afferma l’Ismu.
Come si è rivelato già in altre ricerche di Fondazione Ismu, ciò che più fortemente incide sul volume delle rimesse è proprio la prospettiva di tornare in patria, rispetto alla quale elevate quote di rimesse diventano una risorsa per facilitare il rientro.