Dalla Siria al Covid: ecco i film italiani a Venezia 77
Diversi i film italiani presenti alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia. A partire da “Notturno”, la nuova opera di Gianfranco Rosi girata nel corso di 3 anni trascorsi sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano
“È un film ambientato in Siria. Ma non vedrete nemmeno una scena di guerra e di morte”. Lo ha annunciato Alberto Barbera, Direttore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Sta parlando di Notturno, forse il film italiano più atteso al Lido, la nuova opera di Gianfranco Rosi, in Concorso Ufficiale, che in questi anni ci ha raccontato l’emarginazione ai confini di Roma (Sacro GRA) e il dramma dei naufragi dei migranti a Lampedusa (Fuocoammare), vincendo un Leone d’Oro a Venezia e un Orso d’Oro a Berlino.
Notturno è stato girato nel corso di tre anni trascorsi sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano. Notturno illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là dei confini. La guerra non appare direttamente: la sentiamo nei canti luttuosi delle madri, nei balbettii di bambini feriti per sempre, nella messinscena dell’insensatezza della politica recitata dai pazienti di un istituto psichiatrico. Gianfranco Rosi riesce a raccontare ancora una volta delle storie preziose, grazie al suo metodo, fatto di empatia con le persone che incontra, di immersione totale nel mondo che racconta. Solo così può viverlo e farcelo arrivare in maniera così vivida. Notturno è distribuito da 01 Distribution.
In Concorso, a Venezia, ci sono altri due titoli italiani, entrambi con spunti interessanti, e entrambi al femminile, in un’edizione che vede 8 film diretti da donne in concorso. Parliamo Miss Marx di Susanna Nicchiarelli e Le sorelle Macaluso di Emma Dante. Miss Marx, sulla figlia di Karl Marx, è una storia appassionante vissuta tra contraddizioni sentimentali e lotta per l’emancipazione femminile. Le sorelle Macaluso è un viaggio nei legami familiari di cinque donne di diverse generazioni.
Il tema della guerra ritorna in uno dei documentari italiani presenti nella Selezione ufficiale, fuori concorso, ma in un film che vuole raccontare più la sua documentazione che le sue motivazioni. Guerra e pace di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti è una riflessione per immagini sulla lunga relazione tra cinema e guerra, dalle sequenze filmate dai pionieri del cinema nel 1911, al momento dell’invasione italiana in Libia, fino ai giorni nostri con le riprese girate con gli smartphone. Una delle tragedie del nostro presente, che ha causato più morti di una guerra, il Covid-19, è al centro di Molecole, di Andrea Segre, girato a Venezia. Segre ci parla del Covid attraverso il racconto dello svuotamento e della sospensione delle nostre vite nei mesi passati, e riflette sul rapporto tra la città e le acque attraverso i ricordi personali e familiari e gli incontri con i cittadini veneziani.
È ambientato in nord-est anche Non odiare, di Mauro Mancini, alle Giornate degli Autori, ambientato nel mondo delle frange neonaziste, con al centro un chirurgo di origine ebraica, interpretato da Alessandro Gassman, alle prese con scelte difficili, sensi di colpa e con giovani alle prese con l’odio razziale. Sempre alle Giornate degli Autori, ci sarà un corto di Giorgio Diritti (Il vento fa il suo giro, L’uomo che verrà, Volevo nascondermi), dal titolo Zombie, che ha come tema l’alienazione parentale. Parla del lacerante conflitto che anima certe coppie quando si rompono: da un lato la necessità e il volersi dividere dal partner, ma dall’altro la responsabilità di restare genitori capaci di amore e di cura. Se la divisione, anziché separazione possibile, si trasforma in scissione distruttiva, i figli diventano le vittime inconsapevoli insieme ai protagonisti di questi conflitti.
Maurizio Erminisino