Cristo Re, il potere dell’amore crocifisso
Solo Gesù Cristo ci può salvare. Ogni discepolo di Gesù, nel Battesimo, è reso partecipe della regalità di Gesù: servire, donando la propria vita, è regnare. Ci è donata la potenza dello Spirito Santo che ci rende liberi da ogni asservimento ad un altro uomo e ad ogni idolo; soprattutto liberi dalla schiavitù del peccato che è la radice dell’infelicità
Gesù è un re il cui trono è la croce, la cui corona è fatta di spine. Egli non esercita un dispotico potere di dominio, non spadroneggia ma si abbassa a lavare i piedi, si fa vicino a tutti con la forza dell’amore: il suo potere è quello di chi ama dando la vita. È un “potere impotente” perché si affida alla libertà e all’amore di coloro che vogliono accoglierlo.
Questo è il vero potere: quello dell’amore!
Al tempo di Internet cosa può dire a noi la festa di Cristo Re? La tecnologia digitale sta creando tante schiavitù che si aggiungono a tutte le altre dipendenze che ci tiranneggiano. Chi è davvero il nostro “padrone”? Chi comanda nella nostra vita?
La nostra bandiera è la libertà. Ma, in realtà, facciamo l’esperienza di tante schiavitù.
Le conseguenze le sperimentiamo sulla nostra pelle: ansia, paure, angosce, aumento del consumo degli psicofarmaci. La sociologia e la psicologia – pur tanto necessarie e utili – non ci salveranno da sole.
Sperimentiamo quella lotta lacerante di cui parla san Paolo: “Io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me”. E, nel grido che sorge dentro di noi, c’è la speranza di una risposta potente: “Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!” (Rm 7, 21.24-25).
Solo Gesù Cristo ci può salvare.
Ogni discepolo di Gesù, nel Battesimo, è reso partecipe della regalità di Gesù: servire, donando la propria vita, è regnare. Ci è donata la potenza dello Spirito Santo che ci rende liberi da ogni asservimento ad un altro uomo e ad ogni idolo; soprattutto liberi dalla schiavitù del peccato che è la radice dell’infelicità. Se Gesù dice all’uomo come essere uomo, allora questa è la strada della felicità. In questo modo l’uomo può essere veramente “padrone” di se stesso, potrà realizzare la sua vocazione, il piano amoroso di Dio su di sé.
Cristo dev’essere sempre la misura, l’ispirazione e la verifica del nostro pensare e agire. C’è ancora bisogno, anche nella nostra Chiesa, di purificazione da uno stile e da un pensiero mondani. Solo così la Chiesa, trasparente di Cristo, sarà maggiormente credibile e attraente.
La bellezza, bontà e verità di Gesù dovrebbero affascinarci e conquistarci più di ogni altra cosa. Chi cerca la verità con cuore sincero, con umiltà, prima o poi la trova – o meglio viene trovato – e sedotto da quell’Amore crocifisso che è il senso di ogni esistenza in questo mondo e del suo destino ultimo.
Loris Maria Tomassini (*)
(*) abate di Frattocchie