Corte dei Conti su Fondo azzardo patologico: c'è carenza di dati sul fenomeno
Per i giudici la mancanza di una raccolta uniforme su tutto il territorio nazionale dei dati epidemiologici incide sulla gestione del Fondo (50 milioni di euro all'anno). Occorre una “più efficace programmazione centrale e territoriale”
Mancano dati certi e completi sul fenomeno della dipendenza dal gioco d'azzardo. E questo crea problemi anche nella gestione del “Fondo per il gioco d'azzardo patologico”, istituito nel 2016. È quanto emerge dalla relazione della Corte dei Conti sulla gestione in questi anni del Fondo. “Il Sistema informativo nazionale delle dipendenze è impostato attualmente per la sola rilevazione dei dati relativi alla dipendenza da sostanze stupefacenti e alcoliche -sottolinea la Corte dei Conti-. Il problema delle difficoltà di rilevazione dei dati epidemiologici validi per il corretto dimensionamento del fenomeno è noto da tempo e allo stato attuale non si ha un quadro reale dell’entità dei malati in cura presso le strutture ambulatoriali, quanti presso le strutture residenziali, quanti presso le strutture semiresidenziali”. Mancanza di dati che impedisce quindi di “progettare le misure di contrasto”.
Il Fondo ammonta a circa 50 milioni di euro annui, distribuiti alle regioni perché potessero dare attuazioni ai piani di prevenzione e cura. “Una migliore e più puntuale conoscenza dei dati appare, infatti, essenziale sotto almeno tre profili -raccomanda la Corte dei Conti-: quello della quantificazione delle risorse da riportare al numero di casi effettivamente registrati; quello di una più efficace programmazione centrale e territoriale; quella di consentire all'Agenzia delle Dogane e Monopoli di monitorare l’offerta dei giochi anche in considerazione del criterio attinente al numero dei soggetti affetti da disturbo da gioco d’azzardo”.
La relazioni della Corte dei Conti si chiude con alcune raccomandazioni. In particolare ricorda che è necessario bilanciare le esigenze delle casse dello Stato e la tutela della salute dei cittadini “anche mediante il dimensionamento dell'offerta, la definizione di distanze minime tra le sale da gioco e di queste ultime rispetto ai luoghi sensibili, la regolamentazione di verifiche periodiche dei requisiti dei concessionari, l'avvio di iniziative ad hoc di informazione e formazione”.