Corridoi umanitari, arrivati in Italia 42 rifugiati dall'Etiopia

Sono atterrati questa mattina a Fiumicino, tra loro ci sono persone dal Corno d'Africa e dallo Yemen. Sant'Egidio: "Erano da tempo rifugiati nei campi in Etiopia". Ad accoglierli volontari e alcuni familiari, da anni residenti nel nostro paese 

Corridoi umanitari, arrivati in Italia 42 rifugiati dall'Etiopia

Sono atterrati questa mattina a Fiumicino, con un volo di linea dell’Ethiopian Airlines proveniente da Addis Abeba, 42 profughi del Corno d’Africa, grazie al Protocollo d’intesa con lo Stato italiano, firmato nel 2019 dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Cei, che prevede l’arrivo di 600 persone vulnerabili con i corridoi umanitari. "La partenza è stata facilitata dalla fattiva collaborazione dell’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba, del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno e della Direzione Generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale", sottolinea Sant'Egidio in una nota.

"Le 42 persone, in maggioranza giovani singoli, erano da tempo rifugiati nei campi in Etiopia. Tra loro anche due nuclei familiari: una donna somala, vedova con sette figli, e una donna yemenita, con due minori. - si legge - Ad accoglierli a Fiumicino all’alba sono stati i volontari ed alcuni familiari, da anni residenti nel nostro Paese, in qualche caso già cittadini italiani".
Saranno ospitati a Roma e in sette regioni italiane (Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana) presso associazioni, parrocchie, appartamenti di privati e istituti religiosi, con il supporto di famiglie italiane che si occuperanno di accompagnare il percorso d’integrazione sociale e lavorativa sul territorio, garantendo servizi, corsi di lingua italiana, inserimento scolastico per i minori, cure mediche adeguate. Tutto ciò grazie a un progetto totalmente autofinanziato con l’8x1000 della Cei, fondi raccolti dalla Comunità di Sant’Egidio e la "generosità non solo di associazioni e parrocchie ma anche di cittadini che hanno offerto le loro case e il loro impegno gratuito e volontario". 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)