Corpus Domini, Cristo presenza reale nella vita. Una scoperta che si ripete ogni giorno
Domenica 23 si celebra il Corpus Domini, la solennità istituita ufficialmente l’11 agosto del 1264 da papa Urbano IV che proclama l’estensione a tutta la Chiesa universale. Il Corpus Domini è una delle celebrazioni più sentite a livello popolare, sia per il significato che sottende sia perché alla celebrazione eucaristica si accompagna sempre la processione lungo le vie della città. A Padova la messa presieduta dal Vescovo Claudio Cipolla è alle ore 18.30 in Cattedrale, al termine parte la processione che da piazza dei Signori, lungo via Dante porta alla Basilica del Carmine dove si tiene l’orazione conclusiva del vescovo.
Fu istituita ufficialmente l’11 agosto del 1264 da papa Urbano IV che proclama l’estensione della solennità a tutta la Chiesa universale: il Corpus Domini è una delle celebrazioni più sentite a livello popolare, sia per il significato che sottende sia perché alla celebrazione eucaristica si accompagna sempre la processione lungo le vie della città. A Padova, domenica 23, la messa presieduta dal Vescovo Claudio Cipolla è alle ore 18.30 in Cattedrale, al termine parte la processione che da piazza dei Signori, lungo via Dante porta alla Basilica del Carmine dove si tiene l’orazione conclusiva del vescovo.
«La processione che attraversa la città – afferma don Vito Di Rienzo, responsabile delle celebrazioni in Cattedrale – è un segno forte dell’eucarestia che vuole far parte della città, essere dentro. Le vie della città sono come le vene irrorate dalla presenza del Signore. È un rimettere al centro la fede, non come un proclama, ma per dire che è alimentata anche dallo stare in comunità».
«La celebrazione viene istituita – chiarisce don Gianandrea Di Donna, direttore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia – in un periodo in cui sorgevano polemiche legate al contrasto tra tesi di teologi del tempo che, come Berengario di Tours, ritenevano che la presenza di Cristo nell’eucarestia fosse simbolica e non reale. Nel corso dei secoli la festa iniziò a diffondersi e da sempre è vissuta con grande venerazione. Per ricordare gli accadimenti storici, l’ostia che ha sanguinato a Bolsena, alla celebrazione si accompagna la processione». Una celebrazione per ribadire la fede cattolica per cui il pane e il vino si trasformano in senso reale nel corpo e sangue di Cristo. Manifesta la presenza viva e reale di Gesù, per le città e le strade. «La celebrazione – spiega don Di Donna – rafforza la fede. È un prolungamento della messa con cui i fedeli si rivolgono a Cristo. Non è presenza simbolica, ma presenza reale che va riscoperta tutti i giorni, attraverso la preghiera, il silenzio, la celebrazione composta e attenta. Il Corpus Domini richiama l’attenzione all’amore e alla preghiera per l’eucaristia nella quale i segni esterni, come la genuflessione, la compostezza del canto liturgico, il comportarsi in maniera decorosa, non sono un codice religioso, un galateo, ma riconoscimento della nostra devozione, della nostra fede, un atto esterno per dire che crediamo che Gesù è presenza viva e reale nell’eucarestia e nella nostra vita».
Il miracolo
Nel 1263 un prete boemo, dubbioso sulla presenza di Cristo nell’ostia e nel vino, si reca in pellegrinaggio alla tomba di Pietro per trovare risposta. Pernotta a Bolsena e il giorno seguente celebrando la messa, l’ostia comincia a sanguinare macchiando il corporale di lino. Impaurito cerca di nascondere l’ostia sanguinante e si rifugia nella sacrestia. Alcune gocce di sangue però cadono e macchiano il marmo del pavimento e i gradini dell’altare. Papa Urbano IV, che si trovava ad Orvieto, viene a conoscenza di questi fatti e fa chiamare il prete. Dichiara così la soprannaturalità del miracolo e l'11 agosto 1264 estende a tutta la Chiesa la solennità chiamata Corpus Domini. Ad Orvieto, nel Duomo, fu costruita la cappella per custodire le reliquie e a san Tommaso d’Aquino fu affidato il compito di comporre i testi ancora oggi utilizzati durante la celebrazione.