Coronavirus Covid-19: tre casi a Venezia. Leoni (Omceo): “Grazie al personale del Civile per il coraggio e l’abnegazione”
Ieri mattina i primi due casi di contagio da coronavirus nel centro storico della città lagunare, due uomini molto anziani già ricoverati all'Ospedale civile; poco fa il governatore del Veneto Zaia ha dato notizia di un terzo caso: una signora residente nel centro storico. La testimonianza di ieri nel racconto del presidente dei medici veneziani, di turno come chirurgo nel nosocomio. Il suo ringraziamento a tutto il personale e l'invito a mantenere la calma
“Ieri mattina ero di turno in ospedale e avevo iniziato il mio giro in chirurgia quando alcuni colleghi mi hanno avvisato di avere due casi in rianimazione: due pazienti maschi, di età molto avanzata, con una sindrome respiratoria acuta – essenzialmente una polmonite virale – risultati positivi al test del coronavirus”. È la testimonianza al Sir di Giovanni Leoni, chirurgo all’Ospedale civile di Venezia, presidente dell’Ordine dei medici (Omceo) di Venezia e vicepresidente Fnomceo. Ieri è stata data infatti notizia dei primi due casi di infezione nel centro storico della città ai quali, ha reso noto poco fa il governatore del Veneto Luca Zaia, si aggiunge oggi una signora, anch’essa residente nel centro storico, mentre il totale nella regione sale a 27 (di cui 7 tra Venezia e provincia). “La nostra rianimazione – assicura Leoni – consente di tenerli in un ambiente separato. Intanto tutti i medici, gli infermieri e gli operatori del reparto, anche se non sono stati a contatto diretto con questi pazienti, sono stati sottoposti a tampone e si è provveduto alla disinfezione dei locali anche se, fortunatamente, si tratta di virus molto labili che vivono poche ore al di fuori dell’organismo umano. L’infezione è per contatto diretto tra persone, tramite goccioline di saliva, starnuti e colpi di tosse. Sono state attivate tutte le misure di prevenzione di altri contagi ma l’evoluzione è molto rapida e imprevedibile: non siamo in grado di sapere che cosa accadrà oggi”.
Di fronte a un virus per cui non ci sono né farmaci nei vaccini “l’unica risposta – assicura Leoni – è la quarantena e l’isolamento. Occorre possibilmente individuare la sorgente del contagio, i contatti che si sono via via propagati, sottoporre i casi sospetti alla quarantena e isolare i pazienti positivi, ma in pochi giorni lo scenario è cambiato:
il virus non è più solo di importazione; ormai è residente in Italia e circolante sul territorio.
Abbiamo davanti il grosso rompicapo di capire da dove sia arrivata l’infezione qui in Veneto. I tre contagiati – l’anziano deceduto in provincia di Padova e i due ricoverati qui – sono cittadini anziani residenti, che non viaggiano. I due uomini in rianimazione da noi hanno 88 anni e non si conoscono tra loro. La patologia non è sempre letale come la Sars o l’Ebola, però al momento non disponendo di antivirali specifici possiamo solo praticare terapie di supporto e tentare di prevenire complicanze di sovrainfezione batterica, ma
il problema maggiore è evitare che ci verifichi un deficit multiorgano, cioè che cedano non solo i polmoni, ma anche reni e fegato”.
Leoni giudica positivamente le misure di contenimento assunte dalla Regione – a Venezia sospensione del Carnevale, chiusura di università, scuole e musei – e dal Patriarcato che ha chiuso al pubblico fino al 1° marzo la basilica di San Marco e sospeso tutte le celebrazioni liturgiche e le attività di parrocchie e oratori, ma spiega che “il problema grave è il contatto durante il periodo asintomatico in cui il soggetto è comunque contagioso. Soprattutto a distanza ravvicinata”.
Intanto ieri mattina la Regione Veneto ha attivato il numero verde 800.462.340 per informare e assistere i cittadini che è bene non chiamino il 118, né si rechino al pronto soccorso né negli ambulatori dei medici di famiglia.
Il vicepresidente Fnomceo esprime gratitudine e sostegno al personale sanitario dell’ospedale:
“Tutti gli operatori si sono comportati in maniera assolutamente adeguata con grande senso di responsabilità, coraggio e abnegazione pur sapendo di rischiare in proprio e di mettere potenzialmente a rischio anche la salute delle loro famiglie, soprattutto il personale in prima linea del pronto soccorso”.
Tuttavia, osserva, “dobbiamo proteggere e mettere in sicurezza tutti gli operatori perché se cominciano ad ammalarsi medici e infermieri, non potranno più aiutare e assistere i cittadini”. Importanti, dunque, “le indicazioni date nei giorni scorsi dal segretario generale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti”.
“Non facciamoci prendere dal panico”,
l’esortazione del presidente dei medici veneziani di fronte all’assalto in corso da ieri mattina alle farmacie cittadine per acquistare amuchina e mascherine; queste ultime ormai introvabili. Qualche giorno fa aveva invitato ad evitare” inutili e ingiustificate diffidenze” nei confronti dei cittadini cinesi; oggi ribadisce che i provvedimenti messi in campo dalla Regione sono “ottimi” e avverte che l’uso delle mascherine da parte di persone sane a scopo di prevenzione, “secondo l’Oms è una pratica non sostenuta da prove di efficacia”. La pratica più raccomandabile “per evitare una possibile contaminazione è il frequente e corretto lavaggio delle mani, come viene sistematicamente ripetuto in queste ore”. E, assicura, “la quarantena”, di cui la Repubblica Serenissima è stata maestra:
“Se siamo sopravvissuti a diverse pestilenze senza antibiotici e respiratori automatici nonostante gravi perdite in termini di vite, lo dobbiamo alle misure messe in atto dai nostri antenati in termini di isolamento”.