Coronavirus Covid-19: Iss-min. Salute, aumenta incidenza e Rt nazionale sale a 1,56. Sale occupazione terapie intensive. A rischio alto 13 Regioni
L’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare: 1.988 ogni 100mila abitanti (7-13 gennaio) contro 1.669 ogni 100mila abitanti (31 dicembre 2021-6 gennaio 2022)”.
Lo evidenzia il report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) contenete i dati principali del monitoraggio della Cabina di regia.
Nel periodo 22 dicembre 2021-4 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,56 (range 1,24-1,8), in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente e ben al di sopra della soglia epidemica. È in leggera diminuzione invece l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: Rt = 1,2 (1,18-1,22) al 4 gennaio vs Rt = 1,3 (1,27-1,32) al 28 dicembre. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 17,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio) vs il 15,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 06 gennaio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 27,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio) vs il 21,6% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 06 gennaio).
Sono 13 le Regioni/Province autonome classificate a rischio alto, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione, 8 Regioni/Province autonome risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, cinque Regioni/Province autonome sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Quasi tutte riportano almeno una singola allerta di resilienza. Dieci Regioni/Province autonome riportano molteplici allerte di resilienza. Raddoppia il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (649.489 vs 309.903 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in forte diminuzione (13% vs 16% la scorsa settimana). È in diminuzione anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% vs 50%) ed aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (39% vs 34%).