Cooperazione, tornano a crescere le rimesse: +7,3% nel 2021
Secondo il magazine dell'Aics "Oltremare", si prevede la cifra di circa 589 miliardi di dollari. "C'è un filo che lega le rimesse, lo sviluppo e l'inclusione finanziaria che nemmeno la pandemia di Covid-19 è riuscita a spezzare"
"C'è un filo che lega le rimesse, lo sviluppo e l'inclusione finanziaria che nemmeno la pandemia di Covid-19 è riuscita a spezzare". Dopo infatti un calo dell'1,7 per cento durante il 2020, prima anno della pandemia di Covid-19, si stima che nel 2021 il volume delle rimesse "farà invece segnare a livello globale una crescita del 7,3 per cento raggiungendo (sono ancora stime) i 589 miliardi di dollari". Del tema se ne parla in un articolo pubblicato su 'Oltremare', il web magazine dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).
Nell'approfondimento si evidenzia che nel 2021, per il secondo anno consecutivo, "il totale delle rimesse dirette verso Paesi a basso e medio reddito (con esclusione della Cina) supererà la somma di investimenti diretti esteri (Fdi) e aiuti allo sviluppo (Oda)". Soldi questi, si rileva ancora nell'articolo, "tra i più 'tassati' al mondo, su cui gravano in media commissioni per il 5,5 per cento. Una media che nasconde un ampio ventaglio: il Paese dove costa meno spedire le rimesse è il Messico (3,7 per cento), mentre l'Africa subsahariana resta la regione dove spedire soldi costa di più (8 per cento)".
L'invio di denaro dall'estero verso la madre patria "è stato affrontato anche nell'ambito del G20 a presidenza italiana e rientra nel più vasto campo dell'inclusione finanziaria su cui proprio il G20 ha attivato la Global Partnership for Financial Inclusion", si legge su Oltremare.
"Le rimesse sono uno strumento fondamentale per lo sviluppo e sono anche uno strumento capace di fornire risposte nelle situazioni di emergenza, come dimostrano i dati; a fronte della pandemia di Covid-19, le rimesse sono state decisive e resilienti" commenta al web-magazine dell'Aics Daniele Frigeri, direttore del Centro studi di politica internazionale (Cespi) e dell'Osservatorio nazionale sull'inclusione finanziaria dei migranti. Benché il legame tra inclusione finanziaria e rimesse sia evidente, far entrare questo concetto nella stanza dei bottoni non era affatto scontato.
"L'Italia nel corso della sua presidenza del G20 c'è riuscita - sottolinea Frigeri - ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia e ha riaperto il tavolo del Remittances Working Group di cui Cespi fa parte insieme agli operatori di settore, al ministero degli Esteri e al ministero dell'Economia e delle Finanze". Un tavolo "centrale" questo, si spiega nell'articolo, "perché coinvolge gli operatori finanziari in un percorso virtuoso su temi come la trasparenza e la chiarezza delle informazioni, così da migliorare l'offerta a favore dei migranti". (DIRE)