Conferenza sul futuro: già 6mila idee per cambiare l’Europa
Hanno preso avvio i panel dei cittadini, con 800 europei chiamati a dire la loro su come riformare l'Ue. Il prossimo si terrà a Strasburgo dal 24 al 26 settembre. 19mila i contributi e i commenti giunti sulla piattaforma digitale, quasi 1.700 gli eventi segnalati. C'è chi vorrebbe l'Europa federale, chi un maggior rispetto dei valori democratici. Tra le proposte: l'esercito comune, le "tasse ambientali", la promozione della dieta vegana, la tutela dei diritti sociali, lo stop ai paradisi fiscali. Scarsa attenzione a migrazione e sanità (nonostante il Covid)
I cittadini europei si son messi al lavoro per pensare insieme quale Ue vogliono. 800 sono quelli selezionati per i panel, i gruppi tematici che a partire dal 17 settembre hanno iniziato il confronto (il prossimo panel sarà dal 24 al 26 settembre a Strasburgo). Ma molti di più sono quelli che hanno espresso le proprie opinioni e desideri sulla piattaforma digitale della Conferenza sul futuro dell’Europa. Un primo “rapporto intermedio”, disponibile online, offre una sintesi di quanto emerge nei pareri pubblicati tra il 19 aprile, quando è stata lanciata la piattaforma, fino al 2 agosto. Altri due rapporti nei prossimi mesi, continueranno questo lavoro. Nel periodo in esame sono stati registrati sulla piattaforma 19.679 contributi, di cui 6.115 idee, 11.879 commenti e 1.685 eventi. Il rapporto raggruppa le idee espresse a prescindere, per ora, dal “volume di idee o commenti presentati in relazione al singolo argomento”, dal momento che, spiega il rapporto, “lo scopo, in questa fase, è fornire un quadro generale dell’ampiezza e della varietà delle idee proposte, piuttosto che concentrarsi sul maggiore o minore sostegno dato alle varie idee”.
Rispetto al tema della democrazia europea, che ha registrato il livello più alto di contributi (3.641), viene sollevata la questione della “federalizzazione dell’Ue”, nel senso di un decentramento con maggiori poteri per gli Stati membri; si propongono riforme istituzionali volte a rendere le istituzioni dell’Ue più efficienti e trasparenti e ad avvicinarle ai cittadini (con l’applicazione del voto a maggioranza qualificata anziché all’unanimità al Consiglio e un rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo). Si chiedono
“meccanismi per migliorare la partecipazione dei cittadini”
con l’elezione diretta di un presidente dell’Ue, liste e campagne transnazionali per le elezioni del Parlamento europeo. Si vuole che le consultazioni dei cittadini siano un “elemento strutturale della governance dell’Ue”. Tra le proposte anche “meccanismi e mezzi per proteggere i valori democratici per quanto riguarda il lobbismo, la corruzione e le misure nei confronti dei governi che violano i principi democratici”.
Molto sentito il tema del cambiamento climatico e ambientale (al secondo posto per numero di contributi, 3.156), con proposte che vanno da misure per contrastare le emissioni globali di carbonio, l’inquinamento delle acque e l’inquinamento luminoso, a misure per incoraggiare lo sviluppo e l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi e rispettosi dell’ambiente. L’agricoltura è un aspetto molto presente: si chiede di eliminare l’uso dei pesticidi, promuovere l’agricoltura locale, la biodiversità, la dieta vegetariana o vegana e prezzi equi per gli agricoltori. Si parla anche di consumi sostenibili (in settori come il turismo, la moda e gli apparecchi elettronici) e di rifiuti. Si chiede di abolire le sovvenzioni dannose per l’ambiente e introdurre una tassa per la sostenibilità o di promuovere fonti energetiche alternative con relativi investimenti.
Sul tema che unisce economia, giustizia sociale e occupazione la richiesta è di rendere l’Ue “più inclusiva e socialmente giusta” e si propongono ad esempio “diverse forme di tassazione per un’economia equa e inclusiva, quali misure fiscali volte a garantire una concorrenza leale tra le imprese, tasse ambientali e un’imposta minima a livello dell’Ue per contrastare i paradisi fiscali”. Quanto alle misure di sicurezza sociale, l’idea che torna più spesso è quella del reddito di base incondizionato.
I cittadini citano spesso il Pilastro europeo dei diritti sociali
e si chiede una “politica fiscale comune”, una riforma del bilancio europeo per un futuro europeo più unito, con aumento delle risorse proprie; tanti gli inviti a “rivedere il Patto di stabilità e crescita” e ad espandere il fondo per la ripresa, e i sostegni alla produzione e al consumo locali. Rispetto al lavoro si chiedono norme più chiare per lo smart working, settimane di lavoro più brevi, divieto di tirocini non retribuiti; di agevolare la mobilità dei lavoratori Ue, investimenti nell’innovazione, nella formazione e nella ricerca.
Chi si è espresso su “l‘Ue nel mondo” ha chiesto “una posizione più assertiva in materia di politica estera”, perché l’Unione sia “presa sul serio sulla scena politica globale”. Emerge la richiesta di un esercito comune per poter intervenire ma anche dissuadere e diventare “un potere geopolitico di fronte alle altre potenze globali”. Si chiede maggiore consonanza tra le istituzioni europee e la fine della competizione interna tra gli Stati membri.
Quanto al capitolo “valori e diritti, stato di diritto, sicurezza” molti cittadini hanno a cuore i “pericoli legati all’ascesa delle democrazie illiberali” all’interno dell’Ue e la necessità di proteggere i valori dell’Unione, con declinazioni che vanno dalla parità di genere ai valori cristiani, dalla “tutela della vita privata in un ambiente tecnologico in rapida evoluzione” alle persone Lgbt+ o la protezione dei diritti degli animali.
Molteplici e variegate le idee su istruzione, cultura e sport: si parla di identità e cittadinanza europea, scambi e interazioni, digitalizzazione dell’istruzione e mobilità educativa intereuropea ma anche di media, giornalismo e produzioni europee per diffondere valori e cultura; torna anche il tema di un “linguaggio unificante”.
La trasformazione digitale è l’ottavo tema per numero di contributi e le idee principali riguardano la “digitalizzazione dell’economia con misure relative alle criptovalute”, e l’euro digitale.
Servono mezzi e misure a sostegno dell’innovazione digitale
(produzione sostenibile e costruzione di un ecosistema digitale europeo che sia competitivo e aperto al mondo ma anche sicuro e rispettoso della vita privata). Si propone un “ciber-esercito” per difendere l’Ue dalle minacce informatiche e si discute dell’opportunità o meno di maggior utilizzo delle votazioni digitali; si chiedono investimenti nell’istruzione digitale e nella sanità elettronica, per promuovere un uso sano e consapevole della tecnologia.
Di migrazione parlano circa 1.150 contributi con posizioni “polarizzate”: è l’argomento “in assoluto più controverso”, dice il Report, con alcune opinioni forti contro ogni tipo di migrazione e altre a sostegno di politiche in materia di migrazione più incentrate sui diritti umani e più solidali.
Il tema che invece ha avuto meno contributi di tutti è la salute (1.018),ambito in cui si chiede “maggiore cooperazione” o addirittura un sistema sanitario dell’Ue rafforzato, che garantisca l’accesso all’assistenza sanitaria per tutti; si parla di invecchiamento demografico dell’Unione e quindi della necessità di coordinare innovazione e investimenti in ricerca sanitaria; si fanno anche raccomandazioni nel senso della “alfabetizzazione sanitaria, abitudini alimentari e stili di vita sani”, e un “approccio alla salute pubblica basato maggiormente sulla prevenzione”.