Con la chiusura delle sale durante il lockdown diminuita la ludopatia. “Ora una legge quadro”
Secondo i dati della Campagna Mettiamoci in gioco il calo del gioco fisico è del 47 per cento. Contestualmente è cresciuto il gioco online ma solo del 12 per cento. “Serve netta riduzione dell’offerta”. Appello al Parlamento per una legislazione sul tema
Durante il periodo del lockdown la chiusura delle sale da gioco ha avuto un effetto positivo sulle ludopatie: non ci sono stati comportamenti preoccupanti ma ricadute positive sulla vita affettiva e relazionale delle persone. Non solo, ma secondo le prime rilevazioni la riduzione del gioco fisico è stata del 47 per cento, mentre l’aumento di quello online solo del 12 per cento. A dimostrazione che "il passaggio al gioco sul web non è così immediato come si pensa". A sottolinearlo è Denise Amerini della Campagna Mettiamoci in gioco che ha presentato oggi, a Roma e online, un appello indirizzato a Parlamento e governo per regolamentare e ridurre l’offerta del gioco d’azzardo nel nostro paese.
“Questi dati ancora parziali ci confermano la necessità di continuare a sostenere una netta riduzione dell’offerta e misure concrete ed efficaci di contrasto - sottolinea -. Crediamo che su questo la politica debba intervenire, e subito. La pandemia ha aumentato le fragilità e la povertà delle persone. Ma la salute è un bene primario, un diritto sancito dalla Costituzione, per questo dobbiamo guardare con attenzione al disvalore sociale che possono avere certi comportamenti, e che sono superiori a qualsiasi valore economico. Abbiamo bisogno del lavoro di tutti, di un lavoro condiviso. Quello che sta succedendo oggi non ci piace, ma va nella direzione opposta”.
L’appello al Parlamento: “Serve una legge quadro”
L'appello della Campagna viene lanciato proprio nel momento in cui riaprono le sale giochi e tutta l’offerta dell’azzardo torna disponibile. Per questo, secondo i promotori è necessario un intervento urgente e incisivo da parte delle istituzioni. In particolare, la Campagna rileva, che il settore dell’azzardo “è segnato da drammi individuali e familiari e che non favoriscono la crescita del Paese, ma anzi ne inghiotte i risparmi in una voragine che lascia dietro di sé una scia di povertà - economica e non solo -, sofferenza, solitudine e perdita di quei valori fondamentali per la tenuta del tessuto sociale”. A questo bisogna aggiungere le sempre più estese infiltrazioni della criminalità organizzata anche nel gioco legale.
Non solo, Mettiamoci in gioco ritiene che i provvedimenti adottati finora per limitare i costi sociali e sanitari del gioco non siano sufficienti. Per questo, nell’appello intitolato “Basta azzardo senza regole!”, chiede a Parlamento e governo di adoperarsi per una serie di interventi: innanzitutto, si chiede di approvare una legge nazionale che regolamenti il consumo di gioco d’azzardo nel nostro paese, riducendone drasticamente l’offerta; di rendere realmente efficace la legge che vieta la pubblicità su alcuni canali televisivi e sui quotidiani, estendendola a tutti i canali televisivi (inclusi quelli sportivi) e a qualsiasi mezzo di informazione. Devono, inoltre, essere previste sanzioni onerose per chi viola le norme anche solo indirettamente. Tra gli altri interventi c’è la richiesta di limitare l’offerta di gioco ai luoghi espressamente dedicati, vietandola per quelli che nulla devono avere a che fare con l’azzardo (supermercati, uffici postali, cartolerie, stazioni, aeroporti…), ed evitare il ricorso a proroghe delle concessioni in essere. E di garantire e tutelare l’autonomia decisionale di Regioni ed Enti locali per quanto riguarda la concreta applicazione, sul proprio territorio, delle normative in materia. Si chiede poi di rendere stabili i fondi per la prevenzione, la diagnosi e la cura del Disturbo del Gioco d’Azzardo (DGA), utilizzandoli per garantire adeguate offerte di presa in carico da parte dei servizi pubblici e del terzo settore accreditato.
E, infine, di regolamentare la presentazione dei prodotti di gioco, i contesti in cui si gioca e i software di slotmachines e videolottery per limitarne l’aggressività e il potere di generare dipendenza. Tali modifiche devono essere attuate secondo le indicazioni messe a punto dall’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, attivo presso il ministero della Salute. A tale organismo va demandata anche l’autorizzazione di ogni proposta di modifica o variazione delle caratteristiche dei giochi d’azzardo già presenti sul mercato.
La ludopatia coinvolge le fasce più svantaggiate della popolazione
Nel corso della presentazione dell’appello sono stati ascoltati anche diversi esperti del settore. “Tutte le ricerche effettuate nel mondo hanno dimostrato che più opportunità di gioco si traducono con più problemi correlati - sottolinea Mauro Croce, psicologo e psicoterapeuta - . Non è reale neanche il profilo del giocatore vizioso, spesso la ludopatia colpisce le fasce più problematiche della popolazione, le più svantaggiate dal punto di vista economico e sociale, che cercano nel gioco una risposta ma così facendo amplificano i loro problemi”. Fabio Pellerano e Laura Brugnone, esperti del tema, hanno poi indagato il fenomeno dei videogiochi, la cui platea si è ampliata negli anni. “Solo negli ultimi anni - spiegano - si è iniziato a parlare di gaming disorder, ma ci sono postazioni diverse tra chi parla di atteggiamento allarmistico e chi ritiene che vi sia una parte della popolazione che sviluppa un atteggiamento problematico”. Filippo Torreggiani, consulente della Commissione antimafia ha poi ricordato che insieme al gioco “proliferano anche gli incassi delle mafie che su questi temi fanno affari”.
“Nel caso del gioco d’azzardo lo Stato, per la prima volta, ha una maglia diversa dalla nostra - conclude don Armando Zappolini del Cnca e portavoce della Campagna -. Siamo di fronte a uno Stato che chiude gli occhi colpevolmente su questo aspetto, che fa guadagnare i privati sulla pelle dei cittadini. Per questo vogliamo una legge quadro. Sempre più spesso - aggiunge - rileviamo che i partiti all’opposizione sono schierati contro il gioco d’azzardo, per poi dimenticarselo quando vanno al governo. Noi pensiamo, invece, di meritarci una politica che metta al centro il bene della gente, perché siamo nati da partigiani, da gente che ha dato la vita per il paese non possiamo ridurci all’idea che la politica è fatta solo di amministratori di condominio”. Nel pomeriggio i promotori della Campagna Mettiamoci in gioco consegneranno l’appello ai presidenti di Camera e Senato. Aderiscono alla campagna: Acli, Ada, Adusbef, Ali per Giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Confsal, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Missionari Comboniani, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp.