Con la Focaccia della fraternità quasi cinquanta tra parrocchie e realtà coinvolte
Con la “La Focaccia della fraternità”, in collaborazione con il Centro missionario e Noi Padova, quasi cinquanta tra parrocchie e realtà si sono rimboccate le maniche per i bambini dell’Ecuador.
Abbiamo raccolto alcune voci di chi, nei giorni scorsi, è passato per la nostra sede di via Vescovado 29, a ritirare i dolci da distribuire in parrocchia.
Non sono bastate le prime cinquanta focacce a Casalserugo: nel giro di un fine settimana sono andate a ruba e venerdì scorso Luigino Piovan, vicepresidente del circolo Noi parrocchiale, ha usato la pausa pranzo dal lavoro per venirne a ritirare altre venti, già tutte prenotate, per consegnarle direttamente a domicilio. «Abbiamo letto dell’iniziativa sulla Difesa, che è molto diffusa in parrocchia, e in parecchi hanno proposto di aderire, anche perché ci è arrivata l’invito a partecipare dal territoriale del Noi. A Casalserugo non esiste un gruppo missionario, così ci siamo dati da fare unendo l’utile al dilettevole». I volontari si sono organizzati con una scatola piena di focacce e pronta sul sagrato a conclusione di ogni messa; nel giro di un fine settimana i dolci solidali sono andati a ruba.
A Chiesanuova, il progetto della Difesa s’incontra è diventata un’esperienza concreta di fraternità per 25 ragazzi di prima e seconda media con i loro sei creativi animatori di Azione cattolica. «Cercavamo un modo concreto perché i due gruppi dell’iniziazione cristiana si sentissero protagonisti di un’azione concreta all’interno della comunità e “La Focaccia della fraternità” è arrivata al momento giusto». Mauro Bettella, presidente dell’Ac parrocchiale, ha così coinvolto il circolo Noi che ha messo a disposizione tavoli e spazi.
Gli animatori dei ragazzi hanno risposto con entusiasmo e hanno realizzato un battage promozionale con tanto d’intervento a ogni incontro dei genitori dell’iniziazione cristiana per spiegare a parole il senso dell’iniziativa, distribuendo un promemoria a ogni famiglia con date e orari. Con l’aiuto del parroco don Pierpaolo Peron hanno poi realizzato pure un adesivo che hanno appuntato sulla loro felpa e su quella dei ragazzi nel weekend della distribuzione. Settanta focacce sono state “fumate” e i ragazzi hanno distribuito, ricavandone una bella cifra, anche le sette che spettavano in omaggio al circolo. «Se ne avessimo prese altre trenta sarebbero andate via anche quelle», è il sano rimpianto di Mauro Bettella.
Paola Imhoff, vicepresidente del Noi di Buon Pastore, è arrivata addirittura in sella alla sua bicicletta nei giorni scorsi in via Vescovado 29 per ritirare una quindicina di focacce che i parrocchiani avevano già prenotato. «La nostra parrocchia è molto attiva sul versante missionario e non potevamo non partecipare a questa bella proposta di aiuto per l’Ecuador. Alcuni lettori avevano poi chiesto subito informazioni in patronato appena era uscita la pagina sulla Difesa che spiegava il progetto».
Le prime trenta sono andate via come il pane anche a Valsanzibio, terra d’origine di don Saverio Turato, che con don Mattia Bezze, Alessandro e Francesca Brunone è uno dei nostri missionari fidei donum che portano avanti l’esperienza del doposcuola “Semilla de mustaza”. «Ci siamo organizzati una domenica alle porta della chiesa – racconta Sandro Cappellozza, segretario del circolo Noi – e alle 10 erano già terminate. Abbiamo così preso le ordinazioni per altri trenta pezzi, perché chi l’aveva già mangiata ne avrebbe voluta volentieri un’altra da tenere per sé o da regalare». Valsanzibio è una parrocchia particolarmente attenta alla carità e il motivo è presto spiegato: «Da noi vige ancora la cultura contadina di un tempo, fatta di solidarietà verso chi ha meno. Non è difficile organizzare raccolte o sposare un progetto come quello della Difesa s’incontra, perché si va sul sicuro: la nostra gente resta generosa verso i più poveri».
Dopo soli sei mesi, ha ancora negli occhi e nel cuore i bambini di “Semilla de mustaza” Silvia Monetti che, con il marito Massimo e i loro tre figli, Giulio, Samuele e Beatrice, ha vissuto come fidei donum in Ecuador per due anni, a stretto contatto con i ragazzi da cui è riuscita a staccarsi soltanto negli ultimi due mesi di gravidanza, mentre aspettava Beatrice, per poi tornare quando la piccola aveva solamente due mesi e mezzo. «Era più forte di me. Avevo bisogno di accogliere la loro fragilità, di stare loro accanto e di aiutarli a vivere sereni quei pomeriggi in cui sapevo che staccavano la spina dalle loro famiglie disgregate, in cui nella maggior parte il padre non c’è». Silvia e Massimo domenica scorsa hanno partecipato a tutte le messe a Fiesso d’Artico, la loro parrocchia, e hanno raccontato di “Semilla de mustaza” per poi distribuire le focacce sul sagrato. E continuare a darsi da fare per i “loro” bambini.
Primi passi per la comunità dei nostri lettori
L’associazione La Difesa s’incontra è nata nell’estate 2018, in occasione dei 110 anni del nostro settimanale diocesano, per sostenere la diffusione del giornale e far crescere la comunità dei lettori e degli amici della Difesa grazie a eventi, progetti di solidarietà, viaggi, incontri di approfondimento con le realtà diocesane.
A settembre delle scorso anno la prima proposta lanciata dall'associazione è stato un viaggio itinerante e culturale in Sicilia, a cui hanno partecipato oltre quaranta persone. A novembre, al ristorante Fresco di via Forcellini, un centinaio di lettori e amici della Difesa si sono ritrovati a cena con don Marco Pozza per parlare dell’Ave Maria e di papa Francesco.
In occasione del Natale, La Difesa s’incontra ha promosso il sostegno al Caritas baby hospital di Betlemme offrendo in cambio un pregiato presepe di porcellana.
Iniziative sempre online sul sito e su Facebook
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