Classi ghetto? La responsabilità non è dei presidi. Giannelli risponde a Lorenzoni

“La composizione delle classi avviene secondo criteri stabiliti dal Consiglio di istituto ed è poi approvata dal collegio docenti. Il dirigente scolastico non ha la possibilità di agire con la flessibilità che questioni del genere richiederebbero”: così Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi, replica a quanto denunciato giorni fa dal maestro pedagogista Franco Lorenzoni, il quale affermava, dati Invalsi alla mano, che “nella composizione delle classi si realizza una vera e propria segregazione, per cui molti alunni sono raggruppati per condizioni socio-economiche simili”.

Respinge le accuse Giannelli, non smentendo quanto sostenuto da Lorenzoni, ma scagionando i dirigenti scolastici, che il pedagogista invece chiamava in causa. “Attribuendo la responsabilità delle cosiddette classi ghetto ai dirigenti scolastici, in realtà si prende un abbaglio – afferma Giannelli - La composizione delle classi avviene secondo criteri stabiliti dal Consiglio di istituto ed è poi approvata dal collegio docenti. Il dirigente scolastico non ha la possibilità di agire con la flessibilità che questioni del genere richiederebbero. Per questa, e altre ragioni, l'Anp chiede da tempo una radicale modifica della governance, risalente agli anni ’70, delle scuole. Questo permetterebbe al dirigente di agire, senza subire interferenze, secondo criteri di integrità, adatti al territorio in cui si trova a operare. In questo modo la scuola sarebbe maggiormente in grado di rispondere alle effettive necessità degli utenti”.