Cinquant'anni fa l'obiezione di coscienza al servizio militare

Veniva promulgata il 15 dicembre 1972 la legge n.772, la prima in Italia a riconoscere l’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio. Ripercorriamo le tappe di quel passaggio storico: nei decenni sono stati 800 mila i giovani obiettori

Cinquant'anni fa l'obiezione di coscienza al servizio militare

Veniva promulgata il 15 dicembre 1972, 50 anni fa, la legge n.772, la prima in Italia a riconoscere l’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio. Frutto di un lunghissimo percorso, avviato già a fine 1948 con l’obiezione di Pietro Pinna, che pagò con vari mesi di carcere, la legge era stata approvata il 14 dicembre direttamente dalla Commissione Difesa della Camera.

Fortemente voluta dal Movimento Nonviolento, dal Partito Radicale e dal mondo del pacifismo cattolico, si fece infatti di tutto per farla approvare prima di Natale, così da permettere a molti obiettori di coscienza in quel periodo in carcere di essere liberati in vista delle festività. Sostenuta dalla protesta e dal digiuno di centinaia di pacifisti, la sua discussione ebbe un’accelerazione fondamentale grazie all'intervento dell’allora Presidente della Camera, Sandro Pertini, che il 4 dicembre propose di affidare il progetto di legge già passato al Senato alla Commissione Difesa in sede deliberante, evitando una lunga discussione in Aula a Montecitorio.

La discussione generale iniziò il 6 dicembre a partire da cinque testi: quattro proposte di legge presentate alla Camera rispettivamente dagli onorevoli Carlo Fracanzani e Maria Eletta Martini (entrambi della Democrazia Cristiana), di Stefano Servadei (Partito Socialista Italiano) e di Luigi Anderlini (gruppo Misto) oltre a quella del democristiano Giovanni Marcora già approvata dal Senato. I deputati del Movimento Sociale Italiano, Rauti, Valensise e De Lorenzo, tentarono l’ostruzionismo per non fare approvare la legge. Dietro richiesta del relatore e su proposta del Presidente, la Commissione adottò la proposta Marcora come testo base e ne analizzò gli articoli con i relativi emendamenti (nessuno dei quali venne approvato). Dopo oltre tre ore di discussione, il Presidente indisse la votazione a scrutinio segreto: su 39 presenti, i votanti furono 22, con 18 voti favorevoli, 4 contrari e 17 astenuti.

Tra gli elementi di novità, ma anche quelli più contestati dal mondo nonviolento e pacifista italiano, che parlarono addirittura di “legge truffa”, il fatto che l’obiezione risultasse come un “beneficio” concesso dallo Stato e non come un diritto, che le domande presentate dai giovani obbligati alla leva fossero valutate da una commissione, definita un “tribunale delle coscienze”, che la durata del servizio civile fosse maggiorata di 8 mesi rispetto a quella del servizio militare e che la gestione degli obiettori venisse affidata proprio al Ministero della Difesa.

A partire dal 1973 e fino al 2005, quando la leva militare obbligatoria venne sospesa, sono stati oltre 800 mila i giovani obiettori di coscienza impegnati nel servizio civile obbligatorio, ai quali si aggiungono dal 2001 oltre 600 mila nuovi operatori volontari, soprattutto donne, del Servizio Civile Nazionale prima e poi del Servizio Civile Universale (SCU). Nel 1998 la legge viene riformata ed abrogata dalla n. 230 “Nuove norme in materia di obiezione di coscienza”.

Nel 1991 la data del 15 dicembre venne scelta dalla CNESC (Conferenza nazionale enti di servizio civile) e dalla LOC (Lega Obiettori di Coscienza) per lanciare la prima “Giornata nazionale dell’obiezione di coscienza e del servizio civile”. Anni dopo, con la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 dicembre 2020, questo giorno diviene ufficialmente quello della “Giornata nazionale del servizio civile universale”, al fine di attribuire “un adeguato riconoscimento al meritevole impegno e dedizione di tutti i giovani che partecipano all’attuazione del Servizio Civile Universale, anche con riferimento al ruolo svolto per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile enunciati nell’Agenda 2030 dalle Nazioni Unite”.

Molte le iniziative previste per questa ricorrenza, sia a Roma che in varie parti di Italia, a partire da quella istituzionale di oggi alle 14:50 con il Ministro per lo Sport e i Giovani, con delega al servizio civile, Andrea Abodi, e il Capo del Dipartimento per le Politiche giovanili e il SCU, Michele Sciscioli, che incontreranno una rappresentanza di oltre 40 operatori volontari, e dal Convegno “50 anni di obiezione per la pace. Analisi, riflessioni e prospettive sul Servizio Civile”, promosso da ieri dalla CNESC insieme al Movimento Nonviolento.
Sempre ieri oltre mille operatori volontari del SCU hanno partecipato all’Udienza generale con Papa Francesco, che li ha salutati incoraggiandoli “ad essere testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito con tutti, specialmente con le persone più fragili. E voglio dire una cosa: io ho trovato tre cose molto belle nella società italiana, nella Chiesa italiana. Una di queste è il volontariato. Voi avete un volontariato forte, forte! Andate avanti con questa spiritualità del volontariato che ci fa aiutare tanti, uno con l’altro e ci unisce pure”. 

Francesco Spagnolo

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)