Ciao Leonardo Cenci, il maratoneta che ha corso più veloce della malattia
E' morto questa mattina, a 46 anni, Leonardo Cenci, il corridore perugino che nel 2016 ha partecipato alla Maratona di New York diventando il primo maratoneta italiano a correre con un cancro ancora in atto. Ma non gli bastava: in quell'edizione voleva battere il record di Fred Lebow, cofondatore della maratona e unico atleta al mondo, prima di lui, a partecipare nella sua stessa condizione. E ci riuscì! Due anni fa, ci aveva detto: «in fondo, la mia vita è una clessidra con meno granelli».
Sapete quante volte non si è disputata la Maratona di New York dal suo primo anno d’esordio, nel 1970? Solo in una circostanza, nel 2012, a causa del devastante uragano Sandy. Quell’anno, Leonardo Cenci, atleta perugino, avrebbe voluto partecipare alla storica corsa che attraversa i cinque distretti della Grande Mela e passa per il famigerato ponte di Verrazzano; si stava allenando duramente per essere in forma, lui che ha iniziato a correre dal 1999.
Ma quel momento e quell’attesa si allungarono di giorni in anni: non era performante, poi la febbre alta. Dopo una lastra toracica emerse una massa grande quanto una pallina da tennis al polmone destro; sembrava adenocarcinoma al quarto stadio, ma poco dopo la brutta notizia, divenne pessima: una tac alla testa evidenziò metastasi celebrali e alle ossa.
Leonardo, però, in quell’edizione del 2012 annullata colse un segno del destino e ci confidò : «Alzai gli occhi al cielo e pensai: è un messaggio per me, qualcuno mi sta dicendo “pensa a curarti che la maratona aspetta te”».
Leonardo è morto questa mattina, poco dopo le 10. Come ha scritto la sua associazione “Avanti tutta” in un post su Facebook, «di questi sei anni che gli sono stati "regalati" dalla malattia non ha sprecato neanche un giorno», ma da qualche settimana il suo quadro clinico era peggiorato. Un primo ricovero a novembre, poco dopo il suo compleanno, per un improvviso abbassamento della vista causato dalle metastasi al cervello. Poi si è ripreso e ha continuato le sue innumerevoli attività. Alla vigilia di Natale, però, un attacco epilettico e stavolta la situazione è apparsa subito più seria. Leo non ha rinunciato a nulla fino all’ultimo, nonostante le condizioni aggravate.
Un ragazzotto di 46 anni, i medici gli avevano dato sei mesi di vita, ma lui questa sfida l’ha subita accettata e si era detto: «Vediamo, quanto sono terminale?». Si rialzò, riprese prima a camminare, poi a correre, ad allenarsi, a essere – paradossalmente – sostegno e conforto per chi gli stava vicino. Perché sorrideva alla vita e diceva che in fondo aveva «una clessidra con meno granelli».
Convinto e cocciuto, si segnò sul calendario quel 2012, quella Maratona di New York rimasta sul groppone, aveva un grande obiettivo: con fierezza voleva essere il primo maratoneta italiano a correre con un cancro ancora in atto e dimostrare che si può convivere con la malattia. Ci riuscì nel 2016, ma non gli bastava, lui voleva tagliare il traguardo con un tempo preciso: battere il record di Fred Lebow, cofondatore della maratona e unico atleta al mondo, prima di lui, a partecipare nella medesima condizione.
E secondo voi com’è finita? Leonardo ce l'ha fatta, tagliando il traguardo in 4 ore 27' e 57'' e superando le 5 ore 32′ 34″ di Lebow. Una medaglia al collo e un selfie ironico-irriverente (nel senso buonissimo del termine) alla consegna, nel 2017, di una prestigiosa onorificenza, il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferito proprio da Sergio Mattarella.
Leonardo è un vincente, la sua linguaccia era uno smacco alla malattia. Corri ancora Leonardo, corri per sempre!