“Ci vuole un reddito!” La campagna di Arci per difendere e migliorare il RdC

Erogato a 3 milioni e mezzo di persone, il Reddito di Cittadinanza “ha evitato una 'catastrofe sociale', ma il Governo Meloni ha deciso di tagliarlo agli 'occupabili' per il 2023 e di abrogarlo definitivamente nel 2024”. Da Roma un appello a reti, associazioni e movimenti per una grande assemblea nazionale il 25 marzo

“Ci vuole un reddito!” La campagna di Arci per difendere e migliorare il RdC

Ha evitato una “catastrofe sociale”, ma ora rischia di essere depotenziato e poi smantellato: è il Reddito di Cittadinanza, che è stato erogato a 3 milioni e mezzo di persone, salvandole da povertà ed esclusione sociale. In sua difesa, ora, arriva la campagna “Ci vuole un reddito!”: una mobilitazione dal basso, partita da una trentina di associazioni e gruppi che operano a Roma, con l’obiettivo di rivolgersi a tutto il Paese, per unire le forze e scendere in piazza insieme. Si tratta di organizzazioni che distribuiscono aiuti alimentari, parrocchie, case-famiglia, associazioni come Nonna Roma e Arci Roma, centri anti-violenza per le donne, cooperative di assistenza per migranti, sindacati di lavoratori e studenti, come Cgil e link, comitati che si occupano del diritto alla casa. Chiedono ad altre organizzazioni locali, tramite un appello, di unirsi alla campagna, e alle organizzazioni nazionali di sostenerla. L’Arci di Roma è fra i promotori, l’Arci nazionale sosterrà con convinzione e impegno la campagna.

L'obiettivo è, appunto, dar vita a una mobilitazione che fermi impedire la pesante rimodulazione di questa misura, annunciata dal governo, che penalizzerebbe chi è già in difficoltà.

Per difendere e migliorare il Reddito di cittadinanza il 25 marzo si terrà una grande assemblea online tra tutte le associazioni che avranno aderito all’appello, per entrare nel vivo della mobilitazione con l’obiettivo di organizzare tutti insieme iniziative nei territori per arrivare ad una manifestazione nazionale.

“In Italia sono circa 5,6 milioni coloro che vivono in povertà assoluta, ovvero che non riescono ad avere accesso a beni e servizi considerati essenziali; circa 15 milioni le persone a rischio esclusione sociale. Dati sulla povertà ai massimi storici, che conducono l’Italia ai primi posti delle classifiche europee per rischio di marginalità sociale – si legge nell'appello - In questi anni il Reddito di Cittadinanza ha svolto un ruolo chiave per la tenuta sociale del nostro paese: erogato a 3 milioni e mezzo di persone, ha protetto una rilevante fascia della popolazione permettendogli di superare la soglia di povertà e arrivare alla fine del mese. Tuttavia, nonostante il Reddito di Cittadinanza abbia evitato una 'catastrofe sociale', il Governo Meloni ha deciso di tagliarlo alle e agli 'occupabili' per il 2023 e di abrogarlo definitivamente nel 2024”.

Di qui l'appello: “È indispensabile che il Reddito di Cittadinanza non venga abrogato ma reso più ampio ed accessibile, attraverso l'eliminazione di criteri escludenti-come quello dei 10 anni di residenza per le/gli straniere/i o la mancata individualità che rende il RdC drammaticamente insufficiente nelle situazioni di fuoriuscita dalla violenza domestica. È giunto il momento di rispondere alla guerra a tutte e tutti coloro che faticano ad arrivare alla fine del mese. È giunto il momento di rispondere e di reagire alla solitudine e alla costante incertezza di chi vive con il proprio reddito da lavoro o di chi un lavoro neanche lo ha”.

Per questo i promotori invitano a “una grande campagna nazionale unitaria, diffusa sui territori, per realizzare iniziative, azioni e mobilitazione per difendere il Reddito di Cittadinanza, ripensandolo insieme in un'ottica inclusiva e universale per sconfiggere povertà e disuguaglianze”.

Per aderire al percorso e partecipare, scrivere a civuoleunreddito@gmail.com

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)