Caritas. Esperienze di un "noi sempre più grande" ad Arcella e a Cittadella. Quando il cuore si allarga
Parlano concretamente di un “noi sempre più grande” le esperienze vissute dall’unità pastorale all’Arcella e dalla parrocchia di Cittadella
Storie concrete, esperienze ben rodate che hanno avuto un forte impatto positivo sulle comunità, dimostrazioni di come “Verso un noi sempre più grande” non sia solo uno slogan. Nell’unità pastorale all’Arcella il “noi” sempre più grande è composto anche da quelle persone in difficoltà che sono riuscite a conquistare la propria autonomia abitativa anche grazie all’ospitalità delle strutture parrocchiali. Da anni, infatti, alcune strutture di San Bellino, Santissima Trinità e San Filippo Neri, grazie a Caritas, al Gruppo R e ai volontari delle parrocchie, accolgono persone senza fissa dimora. «Si tratta di persone che sono ormai a un passo dall’autonomia, ma che hanno ancora bisogno di una casa per restare sereni e finalizzare il loro lavoro su di sé» spiega il parroco moderatore don Marco Galletti. Si tratta di accoglienze temporanee, in genere di alcuni mesi e mai più di tre anni, attraverso le quali, grazie a un lavoro di rete nel territorio, le ferite trovano il tempo di guarire e le relazioni che si instaurano – relazioni alla pari – danno l’energia per imprimere cambiamenti duraturi e positivi. Sarebbe semplice fermarsi qui, a un atto caritatevole, ma nascosto, prestato da pochi e selezionati individui in rappresentanza di un’intera comunità lontana. E invece no. «Siamo consapevoli che se noi stiamo offrendo qualcosa – osserva don Galletti – queste persone ci stanno dando la possibilità di allargare lo sguardo e il cuore, di lasciarci abitare dalla loro storia. Le storie delle persone che in questi anni sono venute a stare nei nostri appartamenti non sono così lontane dalle nostre storie, ma ci sono stati degli eventi che li hanno condotti ad aver bisogno di un aiuto». Ciò che serve, allora, è uscire dai circuiti delle solite relazioni amicali per andare verso una dimensione più grande, consci dei rischi e dalle mille opportunità. «C’è un’immagine bellissima nel centro Saint Martin in Kenya: san Martino scende da cavallo e si mette esattamente alla pari del povero, entrambi inginocchiati. Tutti danno e tutti ricevono. Solo così si cresce. In questo Avvento pregheremo di fronte alle nostre chiusure, perché la nascita di Gesù ci sproni ad aprirci e ci aiuti a crescere».
A Cittadella, invece, la comunità cresce aiutando in particolare giovani migranti nella ricerca del lavoro. «L’incontro è il primo passo – spiega Antonella Baù della Caritas parrocchiale – È attraverso l’ascolto, la comprensione e la fiducia che si inizia a camminare. Non siamo depositari di tutte le conoscenze né siamo gli unici interlocutori nel loro percorso, ma in un clima di fiducia favoriamo l’accompagnamento». In poche parole, grazie al Centro di ascolto vicariale le comunità sono riuscite ad aderire a numerosi progetti e tirocini lavorativi che mirano all’assunzione: «Le persone che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto sono sì portatori di povertà, ma sono anche una risorsa. Si tratta semplicemente di individuarle e di “farle uscire”. Su questo stiamo camminando: il consiglio pastorale è un’occasione e uno stimolo per conoscere le forme di povertà e intervenire. La parola sinodo, oggi di attualità, è la traduzione ecclesiale di ciò che papa Francesco, nella Fratelli tutti, auspica per quei processi che possono costruire un popolo capace di raccogliere le differenze».