Caregiver, Curcio: "Serve un protocollo per individuarli”
Lo ha dichiarato il capo della Protezione civile in audizione alla Camera, in merito all’utilizzo delle dosi di vaccino anti Covid avanzate a fine giornata. La caregiver Gironi Carnevale: “Ignoranza profonda e colpevole su disabilità”
“Andare per ordine. E l’ordine è quello dettato dalla priorità vaccinale riconosciuta ad anziani, soggetti fragili, e alcune categorie professionali particolarmente esposte”. E' quanto ha dichiarato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, in audizione alla Camera, mentre riferiva in merito all'utilizzo delle dosi di vaccino anti Covid avanzate a fine giornata. In questo contesto, ha fatto riferimento anche ai caregiver: “Bisogna arrivare a un protocollo per l’individuazione chiara di queste persone”. Il collegamento, forse, è al caso di Andrea Scanzi, il giornalista contestato per aver chiesto e ottenuto il vaccino AstraZeneca in quanto “caregiver” di familiari fragili. Nel giustificarsi, Scanzi ha infatti spiegato di averlo richiesto però solo come “panchinaro”, cioè nel caso in cui una dose a fine giornata non fosse stata utilizzata e avesse rischiato di essere buttata. Tante le polemiche, nel momento in cui, peraltro, a tanti caregiver, nelle diverse regioni, risulta tuttora difficile, se non impossibile, accedere al vaccino, come mette in evidenza oggi anche la ricognizione di Viola Giannoli su Repubblica.
La dichiarazione di Curcio solleva però a sua volta qualche protesta, da parte di chi si batte da sempre per essere riconosciuto e “individuato” come caregiver. Come Irene Gironi Carnevali, mamma di un ragazzo autistico. Così scrive oggi sul suo blog: “L’individuazione dei caregiver non sarebbe necessaria se da sempre ci si fosse interessati e preoccupati dei disabili e delle loro famiglie, se lo Stato avesse seguito l’articolo 3 della Costituzione senza dimenticarsi di una bella fetta di popolazione. I caregiver, che sono gli ammortizzatori sociali, factotum senza tutele, di una persona disabile – continua - dovrebbero essere noti alle amministrazioni anche solo quantificando i disabili che ogni municipio e ogni comune conosce per numero e gravità. Il problema è che, poiché i disabili e le loro famiglie non sono una categoria con un potere contrattuale o d’interesse generale, vengono vissuti come appendici fastidiose, anche vagamente parassitarie della società, nessuno se ne cura”.
Si tratta, per Gironi Carnevali, di una “ignoranza profonda e colpevole su disabili, disabilità, patologie, neurodiversità, irrispettosamente buttate nello stesso calderone”. E ricorda: “Avete un comitato tecnico scientifico che non ha pronunciato una sola parola o emanato uno straccio di protocollo dedicato ai disabili, in più di un anno dall’inizio della pandemia”. E riferisce: “La disposizione della regione Lazio in cui si afferma il diritto per questa misteriosa figura del caregiver di seguire il disabile che assiste in caso di ricovero per covid e non solo è il frutto di lotte, richieste, urli e suppliche da parte di associazioni e onlus di genitori disperati, senza i quali saremmo ancora nell’abbandono totale. E adesso vi decidete a realizzare un protocollo per individuarci? - incalza - Diceva il Maestro Manzi, uomo degno e indimenticabile: non è mai troppo tardi! Spero solo che vi sentiate un po’ a disagio nello scoprire solo ora la nostra esistenza”.