Buon Natale a tutti i pastori. Gli auguri della presidenza diocesana di Azione Cattolica
Il Vangelo di Luca la racconta un po’ diversamente, ma noi la scena a Beit Sahour, nel campo dei pastori vicino a Betlemme, ce la immaginiamo un po’ così:
«Eh, fa presto lui a dire andate fino a Betlemme...».
«Come dici?».
«Dico che mi sembra che questo angelo l’abbia fatta un po’ troppo semplice! Ma d’altra parte che ne sa? Lui svolazza ad alta quota, non ha certo le preoccupazioni di noi pastori in prima linea...».
«Ma in che senso? Da qui a Betlemme saranno poco più di un paio di chilometri, in una mezz’oretta arriviamo».
«Prima di tutto, come la mettiamo con le pecore? Le lasciamo qui con il rischio che ce le rubino? Guai al pastore stolto che abbandona il gregge! Oppure le svegliamo tutte e le portiamo con noi? Guarda che gli ovini qui preferiscono di gran lunga la quiete, sono stanchi, vogliono fare un bel sonnellino ristoratore».
«Ma forse...».
«Fammi finire! Anche ammesso che riusciamo a svegliarle e a metterci in cammino... nel buio rischiamo di perderne un sacco per strada, già sono poche... poi sai che bel divertimento andare a cercare quelle smarrite?! Meglio tenersi buone e quiete quelle poche che sono rimaste dentro il recinto. Niente da fare, se proprio insisti andiamo domani mattina, abbiamo sempre fatto così: pascoliamo di giorno e riposiamo la notte. E poi diciamocelo: siamo troppo pochi per condurre questo gregge, non c’è più nessuno al giorno d’oggi che voglia fare il pastore, salario scarso, soddisfazioni poche, guardati male da tutti perché puzziamo di pecora...».
«Beh in effetti un po’ puzzi…».
«E poi non ne abbiamo già abbastanza di incombenze? Non è già abbastanza difficile il nostro mestiere? Conta, tosa, nutri, cerca, conduci... non sentivo certo il bisogno di questo invito a mettermi in cammino di notte! Per carità, non è una brutta idea, ma per il nostro gregge servono proposte più semplici, viaggi più corti, erba più a buon mercato».
«Però nonostante tutto... penso che ne possa valere la pena!».
«Dici?».
«Ma sì! Parlava di una gioia grande, di una buona notizia per tutti, di un bambino. Cosa c’è di più bello di un bambino?».
«Senti poeta: io non sono neanche sicuro che siamo autorizzati a farla una cosa così, non so come lo vedrebbero i romani un assembramento in una grotta. Probabilmente ci vogliono delle autorizzazioni, bisogna fare richiesta, avere i permessi: mi pare che da qui a Betlemme ci siano almeno un paio di posti di blocco».
«E se invece...».
«Ma poi siamo sicuri che questo angelo intendesse letteralmente che noi dobbiamo andare fino a Betlemme? Dico, magari è una metafora!».
«Tipo?».
«Che ne so? Qualche altra stramba profezia? Io dico di aspettare, ragionarci su, fare un bel discernimento… Ehi, ma dove stai andando??!».
Buon Natale ai pastori che non si scoraggiano, a tutti i discepoli-missionari, a quelli che si mettono in cammino senza indugio, a quelli che non smettono di cercare, trovando nella povertà di una grotta la Buona Notizia che fa nuova la terra.