Bollicine italiane sempre di grande successo. I consumi delle feste sono importanti, anche se il mercato va seguito con attenzione

La produzione nazionale di bollicine è in crescita di circa il 9% rispetto al 2023, soprattutto con marchi aziendali e IGT, sfiorando il miliardo di bottiglie fra tutti i tipi

Bollicine italiane sempre di grande successo. I consumi delle feste sono importanti, anche se il mercato va seguito con attenzione

Ci sarà la crisi – non vi è dubbio – e ci saranno anche i dubbi e le incertezze sul futuro. Ma da qui fino all’Epifania gli italiani – e non solo – non disdegneranno un brindisi come si deve. Questione di traduzioni e di abitudini, motivo per scordarsi per qualche ora delle difficoltà, in ogni caso, le etichette di vini e soprattutto spumanti italiani vanno alla grande.

Le previsioni sono state fornite in questi giorni dall’Osservatorio mercati consumi vini e spumanti italiani (fondato 1991 in Università Cattolica) che guardano naturalmente agli spumanti come vini d’eccellenza delle feste e che dicono chiaramente come le vendite stiano crescendo ma come si accentuino anche le differenze di consumo tra mercato nazionale, mercato interno europeo e mercati esteri. Quello che si delinea, in altri termini, è un mercato differenziato, non omogeneo, che deve far pensare molto i produttori.

L’Osservatorio per fine anno 2024 e inizio 2025 registra la conferma dei dati del 2023, una crescita dei consumi nel comparto “fuori casa”, crescita della spesa degli italiani e del fatturato della distribuzione. Che, detto in altro modo, significa scaffali sempre più ricchi di etichette e tipologie (soprattutto Prosecco), carrello meno pieno, stazionarie le bottiglie di primo prezzo, in crescita i volumi di una serie di etichette premium come quelle di Franciacorta, Trento, Alta Langa, Valdobbiadene e di conseguenza crescita maggiore del giro d’affari sul mercato. Una situazione tutto sommato positiva che, tuttavia, fa trapelare qualche incertezza. Gli stessi analisti dell’Osservatorio spiegano come si stiano già registrando in questi giorni le prime vendite promozionali di confezioni miste bollicine-panettone: un segnale di un mercato che potrebbe già mostrare segni di rallentamento.

In ogni caso “il trend di fine anno sembra avere un ritmo simile a quello del 2023, volumi misurati ma più valore. In Italia si stapperanno circa 95 milioni di bottiglie per un controvalore al consumo di poco meno di un miliardo di euro”. Nella sola notte che saluta la fine dell’anno bisestile, si stima che salteranno 69-71 milioni di tappi. Mentre nei mercati esteri, oramai quasi 140 quelli destinatari, per fine anno, si prevede una crescita confermata delle bolle tricolori, soprattutto Igt e di marca, con circa 250 milioni di bottiglie stappate in 35 gg pari a più di 1,7 miliardi di euro di export.

Guardando a tutto il 2024, una nota dell’Osservatorio spiega: “Il divario maggiore si riscontra sui prezzi e nei canali di consumo fra etichette di prima fascia e premium, fra consumatori di paesi maturi e produttori e paesi emergenti e nuovi mercati”. Detto in numeri, la produzione nazionale di bollicine è in crescita di circa il 9% rispetto al 2023, soprattutto con marchi aziendali e IGT, sfiorando il miliardo di bottiglie fra tutti i tipi. Fatturati delle case spumantistiche in crescita nel 2024, viceversa cali per le aziende vitivinicole di vini tranquilli in media 4-5% con punte anche del 15%, accentuando una diversità fra produttori all’interno degli stessi territori e regioni. Per tutto il vino italiano, si stima un fatturato anno alla produzione vicino ai 14 miliardi di euro, e un nuovo primato per le vendite all’estero pari a 8 miliardi di euro.

Più in generale, il consumo nazionale di bollicine si presenta stazionario, spinto dal Prosecco, ma molto altalenante, con un ritorno forte alla “stagionalizzazione e localizzazione” dei consumi e crescita del giro d’affari soprattutto fuori casa.

Cosa significa tutto questo? Che la vitivinicoltura nazionale continua ad essere un comparto di punta dell’economia agroalimentare e quindi di tutta l’economia, ma continua anche ad essere un ambito da tenere sotto stretta osservazioni, un settore in cui la concorrenza si fa sempre più accesa e in cui i produttori devono davvero porre ogni cura possibile.

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Fonte: Sir