Assegni d'invalidità, Fish chiede di “intervenire subito”
Per la federazione, “sempre più urgente la riorganizzazione generale del processo di accertamento dell’invalidità, che dovrà trasformarsi nella valutazione della condizione di disabilità. Se le nostra istanze resteranno inascoltate, valuteremo forme di dura protesta”
“Ancora una volta si gettano nello sconforto le persone con disabilità e le loro famiglie, che sono state tra le più colpite in questi due anni di pandemia”: così il presidente della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Vincenzo Falabella, di fronte al recente Messaggio prodotto dall’Inps, che ha stabilito come, per avere diritto all’assegno per invalidi civili parziali (287,09 euro al mese), con invalidità tra il 74 e il 99%, non si debba prestare alcuna attività lavorativa, neanche minima, che produca reddito, a prescindere dalla misura del reddito stesso. “Un’interpretazione del tutto restrittiva delle norme, questa – osserva la federazione, unendosi alle proteste di Anmic, Cgil, Coordown e alcune associazioni di caregiver - che sta creando grande preoccupazione a migliaia di persone con disabilità e alle loro famiglie”.
Per questo la stessa Fish ha chiesto e ottenuto un immediato incontro con la ministra per le Disabilità Erika Stefani, ciò che avverrà già nelle prossime ore, insieme ai rappresentanti della Fand. “Con la ministra Stefani – spiega Falabella – discuteremo su come tracciare la strada più immediata per superare questa ingiustizia normativa, chiedendole di rappresentare la questione sia in Consiglio dei Ministri, sia in Parlamento. Servirà infatti un intervento immediato sulla stessa Legge 118 che cinquant’anni fa fissò i gradi di invalidità e le relative provvidenze, una norma che è alla base dell’attuale interpretazione fornita dall’Inps”.
Aggiunge Falabella: “Ricordiamo tra l’altro che proprio nel luglio scorso il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, durante un incontro con la nostra Federazione, si era impegnato in prima persona a voler migliorare i servizi per la richiesta dei benefìci da parte della persona con disabilità, oltre che a voler potenziare il processo di gestione delle prestazioni erogate. Parole, quindi, che oggi vengono a dir poco smentite dal Messaggio prodotto nei giorni scorsi dall’Istituto. Ora più che mai – conclude - chiediamo fatti concreti, guardando anche oltre la questione dell’oggi, ritenendo infatti sempre più urgente la riorganizzazione generale del processo di accertamento dell’invalidità, che dovrà trasformarsi nella valutazione della condizione di disabilità, come previsto dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, che ormai da dodici anni è una Legge dello Stato Italiano. Tutte istanze che rappresenteremo oggi alla ministra Stefani, ma anche in successive interlocuzioni con il Governo, che se resteranno inascoltate, ci porteranno a valutare altre forme di dura protesta”.