Arrivati dai genitori affidatari i sei cugini fuggiti dall’Afghanistan

Festa di fine anno su Meet per le famiglie che hanno partecipato al progetto “Ospitazione” delle MammeMatte. “Sono ragazzi estremamente timidi ed educati. E tutti hanno chiesto di poter parlare con i loro genitori in Afghanistan e di pregare”

Arrivati dai genitori affidatari i sei cugini fuggiti dall’Afghanistan

“Tutto bene, siamo emozionati, ora dobbiamo solo prendere le misure con la tanta burocrazia da gestire”. Sono arrivati finalmente nelle rispettive famiglie i sei cuginetti afgani al centro del progetto “Ospitazione” dell’associazione M’ama dalla parte dei bambini che, nelle scorse settimane, si è spesa, con tutte le forze, per trovare dei genitori affidatari disponibili ad accogliere e accompagnare questo gruppo di ragazzi, tra i 12 e i 17 anni, durante il loro soggiorno italiano. Così, dopo alcuni mesi trascorsi in un Centro di accoglienza straordinario (Cas) in Liguria, il 28 dicembre scorso i sei ragazzi, tutti maschi, si sono trasferiti presso le quattro famiglie lombarde che si erano candidate ad accoglierli e che ieri sera, 29 dicembre, si sono date appuntamento su Meet per salutarsi e darsi gli auguri per un 2022 se non felice quanto meno più sereno dell’anno che l’ha preceduto.

A fare da filo conduttore dell’incontro è stata l’emozione. Tra i ragazzi c’è anche Murat (nome di fantasia), il più grande e l’ultimo dei cugini a trovare una famiglia affidataria, come raccontato negli scorsi giorni anche da Redattore Sociale. E anche l’unico che, insieme al cugino I., ospite nella stessa famiglia, ha cucinato riso e pollo per i suoi nuovi genitori. “Ieri è stata la giornata della gratitudine – racconta Barbara, la mamma affidataria –. Murat non parla italiano, ma mettendo insieme le poche parole che conosce, ci ha detto più volte: ‘Noi felici’. Poi, mentre parlava con la madre, che è ancora in Afghanistan, è venuto a chiamarmi per farmela conoscere. La madre piangeva, ma lui ha trovato le parole per rassicurarmi: ‘Prima piangeva sempre perché era preoccupata, ora piange perché è felice”. “Sono molto educati ed estremamente timidi – raccontano Alan e Nicola, la coppia di papà che ha accolto C. e A. – Mangiano pochissimo e se finiamo di mangiare prima di loro, si arrestano immediatamente e non toccano più cibo. Ci hanno anche chiesto ripetutamente quali fossero le regole della casa. Volevano conoscerle per filo e per segno, non gli bastavano mai, continuavano a fare domande, tanto che alle fine per farli contenti le regole siamo stati costretti a inventarcele – sorridono i due papà –. Per il momento il problema principale sembra essere il nostro gatto, con cui non hanno ancora molta confidenza. Oggi R. ci ha chiamato perché lo facessimo scendere dal letto”. E di straordinaria educazione parlano anche i genitori di M. il più piccolo del gruppo, e di N. “N. è di un’educazione disarmante – dice Arianna –, mangia pochissimo ed è arrivato a casa privo tutto, portava con sé solo uno zainetto quasi vuoto. Ci sono anche alcuni problemi con i documenti, che speriamo di risolvere al più presto”. Tutti i ragazzi, poi, hanno chiesto il Corano e un tappetino per poter pregare e, per aiutarli, tutte le famiglie hanno cominciato a scaricare e testare le varie app nate per identificare la direzione de La Mecca.

Felici e sorridenti anche le MammeMatte, che hanno preso parte all’incontro. “Non vogliamo nascondere i problemi – dicono –. L’accoglienza dei ragazzi è partita in una situazione di forte emergenza, senza avere il tempo di offrire un’adeguata formazione ai genitori affidatari”. I sei cugini, infatti, sono partiti a fine agosto dall’aeroporto internazionale di Kabul per fuggire dai talebani, che minacciavano le loro famiglie. “Ma stasera, attraverso le finestre della piattaforma Meet, abbiamo visto delle vere famiglie – commentano –. Siamo particolarmente felici che vengano osservate le due regole fondamentali: il rispetto della religione dei ragazzi e il rapporto con la famiglia d’origine, che tutti i cugini sono riusciti a contattare non appena hanno fatto ingresso nella nuova casa”. Prima di ieri i ragazzi in Italia non avevano nessuno, fuorché uno zio, residente in Lombardia, che però non era in grado di occuparsi di loro. “Quando, con il mandato del tribunale di Genova, abbiamo pubblicato i primi appelli per trovare una famiglia ai sei cugini abbiamo ricevuto una risposta insperata – aggiungono le MammeMatte –. Si sono fatte avanti tantissime persone. Peccato che, dopo poco, queste persone si siano altrettanto velocemente dileguate. Le uniche a confermare la loro disponibilità sono state le quattro famiglie che hanno accolto i ragazzi. Il primo incontro tutti insieme su Meet ci rende ottimiste e fiduciose”.
Per info: emergenzamama@gmail.com

Antonella Patete

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)