Approccio più pratico per gli accompagnatori vocazionali. Al via il secondo anno del percorso
Sabato 26 gennaio comincia a Casa Sant'Andrea a Rubano il secondo anno del corso base triennale per diventare accompagnatori vocazionali dei giovani e degli adulti. L'iniziativa è promossa dagli uffici diocesani per la pastorale delle vocazioni e della famiglia, l'istituto San Luca e il seminario.
Sabato 26 gennaio comincia a Casa Sant'Andrea, a Rubano, il secondo anno del corso base triennale per diventare accompagnatori vocazionali dei giovani e degli adulti. L'iniziativa è promossa dagli uffici diocesani per la pastorale delle vocazioni e della famiglia, l'istituto San Luca e il seminario. La partecipazione è riservata a chi ha intrapreso questo cammino fin dal principio: 25 persone, tra cui due monache di clausura, quattro presbiteri, due consacrate laiche, tre suore, due diaconi permanenti e dodici laici, quasi tutti sposati. Una varietà di condizioni ed esperienze che – come ha osservato una delle partecipanti – ha permesso di confrontarsi con diversi «stati di vita nel Signore».
Sono tante, del resto, le forme, consacrate o meno, che si possono dare alla propria fede. Il corso è nato proprio per rendere sempre più accessibile l'accompagnamento spirituale vocazionale, una necessità che spesso si scontra con la mancanza di occasioni e competenze. «Si tratta di un'esigenza che in particolare i giovani hanno espresso nel documento finale del recente Sinodo diocesano loro dedicato» spiega don Silvano Trincanato, direttore degli uffici per la pastorale delle vocazioni e della famiglia.
Il primo anno del corso ha affrontato per l'appunto il tema dell'accompagnamento nel discernimento e nell'accoglienza della scelta di vita. In questo secondo anno ci si focalizzerà sulle persone che una scelta di vita l'hanno già compiuta, mentre il terzo e ultimo si concentrerà sull'eventuale tempo della crisi. «D'ora in avanti l'approccio sarà più pratico, con esercitazioni di gruppo e laboratori. Manterremo ovviamente la caratteristica che differenzia questa proposta da altre simili, e cioè che i corsisti imparino ad accompagnare il discernimento alla luce della Parola di Dio. Un metodo concreto, come ha notato in proposito un altro partecipante, che tocca con mano la fede e le domande che ci possiamo porre sulla chiamata a una vita buona con Gesù».