App e accorgimenti per "disintossicarsi" dalla vita digitale
Lo smartphone, e gli ambienti a cui ci dà accesso ogni istante della nostra vita, lo controlliamo decine di volte al giorno. Alcuni in modo compulsivo. Molti studi parlano di una forchetta fra le 80 e le 120 sessioni ogni 24 ore.
Dopo la fase della dipendenza si sta scatenando quella opposta del paternalismo digitale. In fondo è vero: lo smartphone, e gli ambienti a cui ci dà accesso ogni istante della nostra vita, lo controlliamo decine di volte al giorno. Alcuni in modo compulsivo. Molti studi parlano di una forchetta fra le 80 e le 120 sessioni ogni 24 ore. Se invece allarghiamo al semplice tocco, cioè al richiamo quasi ancestrale dell’oggetto, la cifra s’impenna sulle migliaia di volte. Per questo Apple e Android stanno per introdurre nelle nuove versioni dei loro sistemi delle modalità per rendere i dispositivi meno invasivi. Anzi, per aiutarci a combattere la dipendenza.
D’altronde sul tema si è espresso da poco lo stesso Tim Cook, grande capo di Apple affermando di non aver mai voluto che le persone esagerassero con l’utilizzo dei loro prodotti e spiegando come abbiano cercato di riflettere profondamente su come poterli aiutarli. “Vogliamo che le persone siano spinte dai loro telefoni a fare cose che non potrebbero fare altrimenti. Ma se passi tutto il tuo tempo sul telefono, vuol dire che stai spendendo troppo tempo al cellulare”, ha chiarito. Parole che naturalmente hanno fatto discutere.
Adesso anche Facebook e Instagram sembrano però voler marciare in quella direzione. Il che renderebbe ancora più profonda ed efficace la nuova tendenza “disintossicante”: che siano infatti i sistemi operativi a darci una mano è un conto, ma se addirittura le applicazioni più scaricate e usate della storia pensano di introdurre una modalità di “pausa”, allora il tema cambia. Da una parte, infatti, certifica la nostra sconfitta su tutti i fronti: non siamo in grado di staccarcene da soli quindi ci serve un aiuto “esterno”. Dall’altra è pur vero che gli utenti possono così avere più controllo e cercare di lavorare, passo dopo passo, sulle loro più recondite ossessioni.
Secondo il sito TechCrunch, infatti, sia il social network blu che l’app videofotografica (appena lanciata oltre il miliardo di utenti) starebbero testando delle modalità “Non disturbare”. Già molti osservatori, testate specializzate ed esperti hanno individuato le novità nelle versioni delle loro applicazioni. In sostanza si tratta di un interruttore che consentirà di attivare o disattivare le notifiche e, forse, alcune altri tipi di avvisi e seccature. Il tutto per 30 minuti, un’ora, due ore, otto ore, un giorno o finché non vengono riattivate. In realtà sarebbe già possibile impedire all’app di prendersi troppe libertà ma in questo caso è tutto più semplice, non serve scavare troppo nelle impostazioni. Spegni tutto per un po’ e addio. E intanto Instagram ha annunciato una nuova funzionalità che, almeno un poco, dovrebbe aiutarci a trascorrere meno tempo di fronte alle migliaia di foto e clip: si chiama “You’re all caught up”, una specie di “Hai finito, sei a posto, le hai viste tutte” che bloccherà lo scorrimento dell’app quando l’utente ha ultimato la visualizzazione dei post degli ultimi due giorni. Ovviamente, tutto è superabile con un tocco o due: si potrà cioè ignorare il messaggio e proseguire su foto e video già visti, ma con questa nuova funzionalità si eviterà anche di sprecare tempo riscorrendo cose già viste. Con questi nuovi accorgimenti riusciremo a staccarci un po’ dalla nostra “vita digitale”?