Alle radici della consapevolezza. In “Patmos. Viaggio interiore nel postmoderno” di Laura Viscardi e Claudio Gentili

Laura Viscardi e Claudio Gentili sono i fondatori del Centro di Formazione Betania, in aiuto e sostegno alle coppie in difficoltà

Alle radici della consapevolezza. In “Patmos. Viaggio interiore nel postmoderno” di Laura Viscardi e Claudio Gentili

Un viaggio, non una vacanza:  una permanenza, e poi un pregare insieme, condividere la liturgia delle ore. E soprattutto affidare ad altre mani, non solo umane, il momento della crisi con l’altra e con l’altro. Questo è il senso radicato in “Patmos. Viaggio interiore nel postmoderno” (Fuorilinea, 216 pagine, 16 euro) di Laura Viscardi e Claudio Gentili, fondatori del Centro di Formazione Betania, in aiuto e sostegno alle coppie in difficoltà.

Sono proprio tre di queste coppie a narrare il loro percorso di rinascita attraverso il viaggio, il nuovo inizio, mai però definitivo, verso la Patmos di Giovanni, il luogo della Rivelazione, uno dei testi che hanno affascinato non solo i credenti, ma tutti coloro che erano, sono e saranno alla ricerca di senso oltre la materia e il benessere delle cose.

Giovanni e Monica, Maddalena e Marco, Pietro e Angela tentano di salvare il loro rapporto in un luogo in cui natura e spirito sembrano fondersi. Ed è questo il lento cammino che alcuni dei monaci indicano a persone che pian piano iniziano a comprendere non solo e non tanto i limiti e i difetti degli altri, ma soprattutto quelli di se stessi.

Questo rapporto di mutuo scambio, di comprensione di sè e degli altri fiorisce all’ombra non solo e non tanto dell’autore dell’Apocalisse, ma di san Bernardo, colui che Dante pone nel XXXIII del Paradiso come ultima guida alle porte del non rappresentabile con la preghiera che rimarrà nella storia non solo della letteratura, in cui Maria è implorata come “Vergine madre, figlia del tuo figlio”.

Nel santuario di san Giovanni infatti si svolge un convegno dedicato a san Bernardo e alla sua opera di rifondazione della Chiesa nel dodicesimo secolo. Ma non solo rifondazione ecclesiale. In questo racconto a più voci si fa umanamente, lentamente, contraddittoriamente largo un cammino di scavo dentro se stessi per lasciare posto all’altro. E questo significa riconoscere i propri limiti, le contraddizioni e le mancanze prima di giudicare quelle degli altri.

Alla base di questo cammino ci sono gli scritti di un uomo -e un santo- che non solo ha fatto la storia del monachesimo benedettino con la riforma di Citeaux , ma ha anche posto le basi per una profonda consapevolezza di sé attraverso i gradini della autoconoscenza, per, paradossalmente, uscire dall’idolatria spesso inconsapevole di sé. E “uscire da voi stessi” è il primo consiglio di padre Luca, che sarà l’origine di un faticoso e contraddittorio cammino di abbandono del vecchio sé per incontrare ed aprirsi profondamente all’altro.

È un cammino molto più umile e quotidianamente domestico di quanto si possa pensare, e per questo ancora più utile e necessario, a partire da quel “Ti viene mai in mente che ci sono anch’io, che mi piacerebbe essere ascoltata quando ti parlo e non dover accontentarmi di mugolii, sìì, noo, solo per accontentarmi mentre pensi ad altro?” che è uno dei nodi apparentemente banali e in realtà corrosivi di una vita comune fatta anche di abitudine, noia, isolamento alla televisione, distrazione e molto altro.

Il lieto fine consiste in un manzoniano nuovo inizio: adesso sta a voi, ragazzi, sembrano dire i monaci di Patmos ai sei protagonisti che hanno trovato uno degli elementi di senso per stare davvero insieme e che stanno già iniziando un nuovo cammino: quello che porta alle radici del messaggio che hanno finalmente ascoltato nelle profondità del cuore, nella Francia di san Bernardo di Clairvaux.

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Fonte: Sir