Alla Guizza è festa per la San Vincenzo, da sessant'anni accanto ai poveri
Domenica 28, grande festa nella comunità dei Santi Angeli custodi per i sessant'anni della Conferenza di San Vincenzo de' Paoli: tanta esperienza a servizio di un rinnovato ascolto delle necessità delle persone
«Celebrare i 60 anni della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli nella nostra parrocchia è motivo di gioia grande e allo stesso tempo è anche l’occasione per assumersi altre importanti responsabilità. I tempi sono cambiati, i bisogni sono diversi ma la presenza del Signore non viene meno e non si nasconde, anzi, continua a bussare alle nostre coscienze e ci interpella nel profondo dei cuori. Auguro a tutti i confratelli di poter continuare con generosità e coraggio questa opera preziosa di carità. Continuate ad essere buoni "angeli custodi" per ogni fratello e sorella che si trova nel bisogno».
Con queste parole si è espresso don Luigi Bortignon, parroco dei Santi Angeli Custodi della Guizza, in occasione della ricorrenza della presenza della Conferenza della San Vincenzo de’ Paoli in parrocchia. Domenica 28 gennaio alla celebrazione eucaristica delle 10.30 si fa memoria dell'anniversario.
Era il 30 gennaio 1958 quando l’allora parroco don Fortunato Gambin volle che si fondasse una sezione della Conferenza della San Vincenzo anche alla Guizza e, con il sostegno di numerosi parrocchiani, il progetto fu presto realizzato.
«In questi ultimi tempi – sottolinea Paolo, da anni impegnato in questa preziosa realtà di volontariato – le richieste di aiuto sono aumentate, ma proviamo sempre a dare a ciascuno risposte concrete: dal pagamento delle utenze alla consegna di generi alimentari, dalla visita alle persone disagiate alle piccole riparazioni. Poi abbiamo un dialogo aperto con gli assistenti sociali per intervenire in modo coordinato. Le nostre consorelle hanno anche aperto recentemente un centro di ascolto con diversi utenti».
Come diceva il beato Federico Ozanam nel 1849, fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli, «la carità appartiene a tutti i luoghi e a tutti i tempi (…), ha la caratteristica di non accontentarsi di nessun progresso, di non trovare riposo finché c’è un male senza rimedio».