Africa, "al di fuori delle condizioni di emergenzialità, il silenzio dei media è quasi totale"
L'Osservatorio di Pavia e Amref hanno curato il rapporto "Africa MEDIAta", presentato oggi a Roma nella sede del Coni. Il focus del report di quest'anno è infatti lo sport. Nei Tg solo il 3,4% di notizie sull'Africa (1522 su circa 44 mila), spesso in chiave emergenziale. Sui 6 principali quotidiani, invece, il continente ha fatto capolino in media 16 volte al mese
"Al di fuori delle condizioni di prossimità geografica e di emergenzialità e marginalità, il silenzio dei media sull'Africa è quasi assoluto". A denunciarlo è Giuseppe Milazzo, dell'Osservatorio di Pavia, che insieme con la ong Amref ha curato il rapporto "Africa MEDIAta", presentato oggi a Roma nella sede del Coni. Il focus del report di quest'anno, che è la terza edizione, è infatti lo sport.
Milazzo ha fornito alcuni dei numeri contenuti nel documento. "Da marzo 2021 a febbraio 2022 sulle prime pagine dei sei quotidiani che sono stati oggetto della ricerca l'Africa ha fatto capolino in media 16 volte al mese", in aumento rispetto alle 10 dello stesso periodo dell'anno prima ma in diminuzione rispetto alle 22 del 2019, "mentre sui principali telegiornali nazionali l'Africa è stata al centro del 3,4 per cento delle notizie: 1522 su circa 44 mila".
L'esponente dell'Osservatorio ha spiegato, in relazione alle prime pagine dei giornali, che "in due terzi dei casi le notizie erano su migranti africani che vivono o transitano in Italia. Solo un terzo era invece dedicato ad avvenimenti che hanno avuto luogo in Africa, nella stragrande maggioranza dei casi in associazione a temi che alimentano 'l'afro pessimismo', come guerre e conflitti".
I Paesi più coperti, ha proseguito l'esponente dell'Osservatorio, "sono Libia ed Egitto, che rispondono perfettamente al criterio di prossimità geografica". Ancora intorno allo "zero virgola", invece, la percentuale di persone africane e afrodiscendenti intervistate, ha aggiunto Milazzo, che ha evidenziato "la marginalità che caratterizza ancora la presenza di questi temi sui media". (DIRE)