Adorazione eucaristica. Sostentamento spirituale per il viaggio della vita
Eucaristia. In che modo diventa il nostro viaticum lungo tutto il pellegrinaggio terreno fino al passaggio decisivo che ci fa uscire da questo mondo per entrare nella casa del Padre?
Le parole con le quali Gesù invita gli apostoli a mangiare il pane e a bere il vino trasformati nel suo corpo e nel suo sangue, ci manifestano chiaramente che l’Eucaristia è stata istituita per essere essenzialmente nostro nutrimento.
Così insegna la Chiesa: «Ciò che l’alimento materiale produce nella nostra vita fisica, la comunione lo realizza in modo mirabile nella nostra vita spirituale. La comunione alla carne del Cristo risorto, “vivificata dallo Spirito santo e vivificante”, conserva, accresce e rinnova la vita di grazia ricevuta nel Battesimo. La crescita della vita cristiana richiede di essere alimentata dalla comunione eucaristica, pane del nostro pellegrinaggio, fino al momento della morte, quando ci sarà dato come viatico» (Catechismo della Chiesa cattolica 1392).
Nell’antichità romana e poi nel Medioevo il viaticum era l’insieme delle provviste concesse a chi si metteva in viaggio. La nostra vita cristiana è un viaggio e il Signore ha pensato di provvedere al nostro sostentamento spirituale.
In che modo l’Eucaristia diventa il nostro viatico lungo tutto il pellegrinaggio terreno fino al passaggio decisivo che ci fa uscire da questo mondo per entrare nella casa del Padre? Nella santa comunione noi non assimiliamo Cristo fisicamente (sarebbe cannibalismo, anzi sarebbe semplicemente impossibile perché la creatura non può ridurre a sé il Creatore), ma ci uniamo a Lui in modo mistico, cioè reale e misterioso, per cui Lui diventa in noi principio di vita divina secondo le sue luminose parole riportate nel quarto Vangelo: «Chi mangia me vivrà per mezzo di me» (Gv 6,57).
Nel trattato Sul Padre nostro san Cipriano (210-258), vescovo di Cartagine e martire, scrive: «Dicendo la preghiera del Signore, noi chiediamo: “Dacci il nostro pane quotidiano”. Ciò può essere inteso sia in senso spirituale che in senso materiale, poiché l’uno e l’altro significato, nell’economia divina serve per la salvezza. Infatti il pane di vita è Cristo.
Chiediamo quindi che ogni giorno ci sia dato questo pane. Noi viviamo in Cristo e riceviamo ogni giorno la sua Eucaristia come cibo di salvezza». Identificando il “pane quotidiano” con l’Eucaristia san Cipriano invitava i suoi fedeli a nutrirsi ogni giorno del corpo di Cristo. Il Concilio «raccomanda fermamente ai sacerdoti di celebrare ogni giorno la santa messa» (Presbyterorum ordinis, 13) e chiede alle persone consacrate di parteciparvi ogni giorno, e ai fedeli in modo frequente. Questo potrebbe sembrare esagerato ma non lo è, perché come abbiamo cura di nutrire ogni giorno il nostro corpo che pure è destinato a dissolversi nella morte, come non nutriremo ogni giorno la nostra anima che è destinata a vivere in eterno e a rivestirsi nuovamente del corpo nella gloria della risurrezione?
padre Domenico Maria Fabbian,
eremita diocesano