Adorazione eucaristica. È l’evento sinodale per eccellenza
Eucaristia e sinodo Il cammino sinodale ha la sua fonte e il culmine nella partecipazione piena, consapevole e attiva alla mensa della Parola e del Pane. L’Eucaristia accoglie e ospita tutti, unifica le differenze, fa incontrare le generazioni e invia tutti. Genera e nutre la sinodalità. Nell’Eucaristia il Sinodo trova il suo apice
Sembra che noi cristiani non abbiamo molta creatività liturgica e per ogni occasione, anche quelle che hanno poco a che fare col cammino della comunità cristiana, altro non sappiamo fare che celebrare la messa. A volte potrebbe essere più conveniente una liturgia della Parola o anche la preghiera dei salmi per riconoscere e celebrare davanti al Signore momenti significativi. Non potrebbe valere questo anche per un Sinodo visto che i cristiani si riuniscono per discutere e arrivare a delle scelte per il cammino della Chiesa?
Sinodo significa camminare insieme, ma non richiama solo una buona fraternità o un nuovo stile partecipativo di tutti i battezzati; il sinodo è il nome della Chiesa quando essa si presenta per quello che è: popolo di Dio che cammina insieme nella sequela del suo Signore e celebra continuamente la consapevolezza della sua presenza nella Parola, nella celebrazione dei sacramenti e nella comunità dei fratelli e sorelle nella fede. Se questo è il Sinodo, allora l’Eucaristia è l’evento sinodale per eccellenza.
La Chiesa è un giardino dove lo Spirito genera carismi e ministeri con una fantasia e dei colori che continuamente ci precedono e ci spronano. La Chiesa è il corpo di Cristo nell’Eucaristia e nell’unità dei suoi membri. La Chiesa celebra l’Eucaristia, ma è l’Eucaristia che fa la Chiesa perché la Chiesa si lascia fare dall’Eucaristia e riconosce l’evento che fonda il suo essere Chiesa nella Pasqua. Ogni domenica la comunità cristiana si riunisce attorno alla mensa della Parola e del Pane per celebrare quel mistero pasquale che fonda e nutre la nostra fede. In quella celebrazione vediamo giovani e adulti, bambini e anziani, sposi e persone consacrate, presbiteri e diaconi; è l’intero popolo di Dio nelle sue varie articolazioni che celebra il suo Signore e la gioia di essere suo popolo. L’Eucaristia è evento sinodale perché accoglie e ospita tutti, unifica le differenze, fa incontrare le generazioni e invia tutti. Il cammino sinodale che abbiamo intrapreso a Padova non può che essere plasmato e alimentato dall’Eucaristia. La sinodalità ha la sua fonte e il suo culmine nella celebrazione liturgica e in forma singolare nella partecipazione piena, consapevole e attiva alla mensa della Parola e del Pane. La comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo fa sì che, benché siamo molti, siamo un solo Pane e un solo Corpo, poiché tutti partecipiamo di un solo Pane. L’Eucaristia genera e nutre la sinodalità e il Sinodo trova il suo apice nella celebrazione eucaristica. L’Eucaristia è il momento costitutivo della comunità, la sorgente della sua vita, il motore della sua missione, è il roveto ardente di una comunità.
Il Signore effonde il suo Spirito in ogni luogo e in ogni tempo sul Popolo di Dio per renderlo partecipe della sua vita, nutrendolo con l’Eucaristia e guidandolo in comunione sinodale. L’essere veramente “sinodale” quindi è camminare in armonia sotto l’impulso dello Spirito. Il Sinodo vede all’opera lo Spirito che agisce accompagnandoci ad ascoltare, a discernere e a scegliere quello che Dio chiede oggi alla nostra Chiesa. Non è un piccolo parlamento diocesano, non è un’assemblea o una convention. Ogni incontro, ogni sessione del Sinodo si aprirà con l’invocazione dello Spirito, l’intronizzazione e l’ascolto della Parola; e tutti i passaggi cruciali del Sinodo vedranno la nostra Chiesa riunita attorno all’Eucaristia. È lo Spirito che opera nel Sinodo, è l’Eucaristia che ci fa essere sinodali evidenziando che l’unità prevale sulle differenze che possono anche restare tali, ma senza che venga meno la comunione ecclesiale. L’Eucaristia, afferma papa Francesco, richiama anche lo stile della sinodalità: «L’Eucaristia è farmaco efficace contro le nostre chiusure. Il Pane di vita, infatti, risana le rigidità e le trasforma in docilità. L’Eucaristia guarisce perché unisce a Gesù: ci fa assimilare il suo modo di vivere, la sua capacità di spezzarsi e donarsi ai fratelli, di rispondere al male con il bene. Ci dona il coraggio di uscire da noi stessi e di chinarci con amore verso le fragilità altrui. Come fa Dio con noi. Questa è la logica dell’Eucaristia: riceviamo Gesù che ci ama e sana le nostre fragilità per amare gli altri e aiutarli nelle loro fragilità. E questo, durante tutta la vita» (Angelus 6 giugno 2021). Un autore ebraico ricordava la centralità del sabato per il popolo ebraico: «Non è tanto Israele che ha custodito il sabato, ma è il sabato che ha custodito Israele». Potremmo tradurre così: se noi custodiamo la domenica, questa custodirà noi; se ci lasciamo guidare dalla logica eucaristica, questa proteggerà il nostro Sinodo e, al di là dei risultati, ci farà crescere come popolo di Dio, unito e in cammino alla sequela del Signore.
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Preghiamo per i catechisti, chiamati ad annunciare la Parola di Dio: affinché ne siano testimoni con coraggio e creatività nella forza dello Spirito Santo.
Intenzione dei vescovi
Perché l’Avvento di fraternità, vissuto con gesti di condivisione, ci disponga ad accogliere il Signore Gesù, venuto nella povertà.
Intenzione per il clero
Cuore di Gesù, che hai cominciato a pulsare nella povertà di una grotta, anima e rianima il cuore dei tuoi sacerdoti, perché non si lascino scoraggiare da fragilità e difficoltà.