Addio a Francesco Cassandro, giornalista e scrittore
Si è spento a 71 anni domenica 11 febbraio. Vicecapocronista del Gazzettino e per anni capo ufficio stampa del Comune di Padova, ha anche collaborato con la Difesa del popolo. Un aneddoto: il 5 luglio 1989 papa Giovanni Paolo II nomina vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo, nunzio apostolico in Costa d’Avorio e pronunzio apostolico in Burkina Faso e Niger. Prima che il presule torni in Italia (prenderà possesso della Diocesi il 17 settembre), Cassandro viene inviato in Africa dal Gazzettino e ottiene dal vescovo eletto una memorabile intervista. I funerali di Francesco Cassandro saranno celebrati mercoledì 14 febbraio, alle 10.30, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Camposampiero. Il giornalista lascia il figlio Alberto, la sorella Silvana, il fratello Claudio, i nipoti, i cognati Lino, Stefania, Lucio e Assunta. Il rosario verrà recitato in chiesa martedì 13, alle 19.15.
Se l’era proprio guadagnato Francesco Cassandro – morto improvvisamente domenica 11 febbraio – quel tesserino rosso da giornalista professionista, sul quale ha appiccicato 35 bollini. Il primo traguardo, l’ingresso come pubblicista nell’Ordine dei giornalisti (allora l’agognato patentino era di color verde), l’aveva tagliato a 26 anni, il 31 ottobre 1978. Ma a scrivere, sul settimanale Sette Giorni Veneto, aveva cominciato a ventuno.
Verso la fine degli anni Settanta il panorama dell’editoria veneta si allarga. Sulla piazza padovana, fino ad allora “monopolizzata” dal Gazzettino, con il bolognese Il Resto del Carlino a fare da controcanto, il primo marzo 1978 si presentava l’Eco di Padova del Gruppo Rizzoli, il 28 dello stesso mese arrivava il Mattino di Padova, il 13 settembre s’insediava Il Diario di Padova. “Checco”, che era nato a Vigonza il 16 luglio 1952, è il corrispondente dall’Alta per l’Eco e confeziona anche i pezzi per la pagina della salute.
Nel 1981 comincia a collaborare con Il Gazzettino e il suo raggio di azione si amplia. La politica è il suo pane quotidiano; nel 1987 il direttore Giorgio Lago lo assume come praticante. Nella primavera del 1989 Cassandro può coronare il sogno di diventare professionista. Dopo la prova scritta, il primo giugno supera l’esame orale e il tesserino rosso è suo. Ma certo “Checco” non ha il tempo di riposare sugli allori. Il 5 luglio papa Giovanni Paolo II nomina vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo, nunzio apostolico in Costa d’Avorio e pronunzio apostolico in Burkina Faso e Niger. Prima che il presule torni in Italia (prenderà possesso della Diocesi il 17 settembre), Cassandro viene inviato in Africa dal Gazzettino e ottiene dal vescovo eletto una memorabile intervista.
Ma a Padova, per un cronista politico di razza, curioso e ironico, il lavoro certo non manca. Nel 1992 il sindaco dc Paolo Giaretta mette alla porta i socialisti e imbarca in giunta gli ex-comunisti del Pds. La bufera di Tangentopoli muta radicalmente lo scenario politico, finisce la Prima Repubblica. Cassandro riassumerà il tutto nel volume Cronache di una rivoluzione: un prezioso racconto in presa diretta.
Nel 1995 Cassandro viene eletto presidente dell’Associazione Stampa Padovana. Della squadra che lo affianca fanno parte Sabrina Talarico (vicepresidente), Gianfranco Natale (fiduciario sindacale), Lino Lava (segretario), Margherita Carniello (tesoriera), Stefano Edel, Nerina Asaro Lenaz e Flavio Orati. Al Gazzettino viene nominato vicecapocronista.
Nel 1998 dà alle stampe il libro Il tram a Padova. E proprio l’aspro dibattito sul trasporto pubblico nella città del Santo sarà al centro della campagna elettorale che nel giugno 1999 porterà Giustina Destro, alla guida del centrodestra, nella stanza dei bottoni di Palazzo Moroni.
Due settimane più tardi sarà Vittorio Casarin, sempre per il centrodestra, a espugnare la Provincia.
Cassandro assume l’incarico di capo ufficio stampa del Comune di Padova, che manterrà fino al 2001, e collabora con il professor Francesco Feltrin alla redazione del Piano strategico della Provincia.
Nel 2008 assume la guida de Il Camposampierese, mensile della Federazione dei Comuni, che dirigerà fino al 2016. Collaboratore della Difesa del Popolo, dal 2017 al 2020 propone settimanalmente sul Giornale di Vicenza un’intervista, rubricata sotto la testatina “Veneti d’oggi”. Quarantanove di queste interviste sono state raccolte, nel 2020, nel volume C’è sempre una storia.
Tra i libri che Cassandro ha dato alle stampe Il coraggio della politica. Luigi Gui; Un miracolo chiamato Nordest; 1945 Costruire per rinascere-2005 Costruire per innovare (sulla storia del Collegio Costruttori di Padova); Quel mattino sulla strada di Tobruk (2015: il racconto della vicenda vissuta da Gianluca Salviato).
Nel romanzo Profumo di mughetto, pubblicato alle fine del 2022, Francesco prova ad elaborare il lutto trovando ispirazione nella tragedia che lo ha colpito personalmente con la morte per malattia di Leda, sua compagna di vita per 43 anni.
Nel 2023 ha presentato in anteprima in consiglio regionale Luigi Gui. Il ministro della scuola media gratuita e per tutti.
Lo scorso 23 gennaio, a Cavallino Treporti, l’ultimo impegno pubblico: la presentazione il libro In scienza e conoscenza scritto a quattro mani con il sindaco Roberta Nesto.
I funerali di Francesco Cassandro saranno celebrati mercoledì 14 febbraio, alle 10.30, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Camposampiero. Il giornalista lascia il figlio Alberto, la sorella Silvana, il fratello Claudio, i nipoti, i cognati Lino, Stefania, Lucio e Assunta. Il rosario verrà recitato in chiesa martedì 13, alle 19.15.