“Acqua sotto attacco”, emergenza per quasi 48 milioni di persone in 9 paesi
Rapporto di Unicef, che prende in esame l’impatto dei conflitti in Repubblica Centrafricana, Iraq, Libia, Palestina, Pakistan, Sudan, Siria, Ucraina e Yemen. “Proteggere l'acqua e i servizi igienico-sanitari è fondamentale per la sopravvivenza di milioni di bambini”
“Gli attacchi alle strutture idriche e igienico-sanitarie e agli operatori nei conflitti di tutto il mondo continuano a mettere a rischio la vita di milioni di bambini e a negare ai bambini e alle famiglie l'accesso a servizi idrici e igienico-sanitari fondamentali”. E’ l’allarme lanciato da Unicef che oggi ha presentato il rapporto, “Acqua sotto attacco”: nei 9 paesi analizzati (Repubblica Centrafricana, Iraq, Libia, Palestina, Pakistan, Sudan, Siria, Ucraina e Yemen) si stima che quasi 48 milioni di persone, fra cui bambini, abbiano bisogno di acqua sicura e servizi igienico-sanitari. Nel 2020 l’organizzazione è intervenuta in 120 paesi, raggiungendo 39 milioni di persone con acqua pulita e quasi 7 milioni con servizi igienici. “Proteggere l'acqua e i servizi igienico-sanitari è fondamentale per la sopravvivenza di milioni di bambini. – spiega l’organizzazione - Nei paesi fragili, i bambini sotto i cinque anni hanno una probabilità 20 volte maggiore di morire a causa di malattie diarroiche che a causa della violenza, e i bambini in contesti estremamente fragili vivono spesso una situazione 8 volte peggiore per quanto riguarda gli indicatori idrici e igienico-sanitari rispetto ai bambini nati in ambienti stabili e protetti.
"L'accesso all'acqua è un mezzo di sopravvivenza che non deve mai essere usato come tattica di guerra. – sottolinea il direttore dei programmi d'emergenza dell'Unicef Manuel Fontaine - Gli attacchi alle infrastrutture idriche e sanitarie sono attacchi contro i bambini. Quando il flusso d'acqua si ferma, malattie come colera e diarrea possono diffondersi a macchia d'olio, spesso con conseguenze fatali. Gli ospedali non riescono a funzionare e i tassi di malnutrizione e malnutrizione acuta aumentano. I bambini e le famiglie sono spesso costretti a uscire in cerca di acqua, il che li espone, in particolare le ragazze, a un rischio maggiore di danni e violenze".
Gli osservatori segnalano che “l'accesso dei bambini all'acqua è stato minacciato in quasi tutte le emergenze legate ai conflitti a cui l'Unicef sta rispondendo. Ne sono un esempio l'Ucraina orientale, che ha subito quattro attacchi alle infrastrutture idriche dall'inizio dell'anno, con 380 attacchi registrati dal 2017, dove circa 3,2 milioni di persone hanno bisogno di acqua e servizi igienici. Lo Yemen al sesto anno di conflitti che ha subito 122 attacchi aerei sulle infrastrutture idriche tra marzo 2015 e febbraio 2021 e dove circa 15,4 milioni di persone hanno urgente bisogno di acqua sicura e servizi igienici, mentre l'epidemia di colera continua a far ammalare migliaia di bambini ogni settimana. Dal 2019, prosegue Unicef, lo Stato di Palestina ha subito 95 attacchi contro 142 infrastrutture idriche e igienico-sanitarie: più di 1,6 milioni di persone vivono senza accesso a questi servizi di base, mentre, a causa della fragilità pluridecennale dell'Iraq, le infrastrutture idriche e igienico-sanitarie hanno subito danni massicci, lasciando 1,85 milioni di persone tagliate fuori dall'accesso regolare all'acqua potabile salvavita e ai servizi igienici sicuri. Infine in Siria, circa 12,2 milioni di persone hanno bisogno di accedere all'acqua e ai servizi igienici a causa dei pesanti danni alle infrastrutture negli ultimi 10 anni di conflitto.
L’organizzazione chiede che: tutte le parti in conflitto cessino immediatamente gli attacchi ai servizi idrici e igienici e al personale, e adempiere ai loro obblighi di proteggere i bambini nei conflitti, compresa la protezione delle infrastrutture idriche e igieniche; gli Stati, compresi i membri del Consiglio di sicurezza, intraprendano azioni più decise per far sì che gli autori di questi attacchi rispondano del loro operato; i donatori investano nell'acqua e nei servizi igienici in situazioni di conflitto, poiché è la prima linea di difesa contro le malattie trasmissibili; il pubblico si unisca al nostro appello ad agire per porre fine agli attacchi contro i bambini nei conflitti e aggiungere la propria voce per proteggere le infrastrutture idriche e sanitarie e i lavoratori dell'acqua.