A un anno dalla morte, una pietra per ricordare Noemi Ocello
La cerimonia a Palermo l'occasione per riflettere sui servizi: potenziare la rete di prevenzione e assistenza per le persone con problemi di dipendenze. "Noemi è morta di solitudine e di indifferenza, la sua storia un monito per evitare nuove vittime"
Potenziare tutta le rete di privato sociale e del pubblico, con in testa il comune e l'Asp, per la prevenzione, sensibilizzazione e assistenza delle persone con problemi di dipendenze da droghe. E' l'obiettivo da raggiungere emerso durante il momento di commemorazione a un anno dalla morte di Noemi Ocello, 32 anni, domenica scorsa in piazza Brunaccini, alla presenza del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Tra le prime richieste di associazioni, operatori di Sert e amici e amiche di Noemi c'è quello di mettere un camper di aiuto mobile proprio nella piazza Brunaccini, nota per lo spaccio e il consumo di droghe. Per l'occasione è avvenuta la posa della pietra in ricordo di Noemi e di tutti gli invisibili della città o vittime dell’emarginazione e dell’esclusione sociale a Palermo.
La storia di Noemi è stata recentemente resa pubblica dal libro inchiesta dal titolo “Noemi Crack Bang” che ha raccontato le vicissitudini di una donna, la cui vita è stata costellata di tentativi di suicidio, atti di autolesionismo, disturbi psichiatrici, vittima di conflitti relazionali e di una ricerca di affetto continuo. Una donna che ha attraversato tutte le istituzioni e i servizi dedicati agli emarginati: cliniche psichiatriche, case famiglia, dormitori e che ha consumato gli ultimi anni della sua vita per strada, dormendo tra i vicoli di Ballarò e le fabbriche abbandonate allo Sperone.
"I giovani vanno aiutati. Intanto vanno accesi i riflettori su questo grosso tema - ha detto l'operatore volontario Nino Rocca, che è stato a fianco di Noemi - che negli ultimi tempi è stato trascurato dalle istituzioni. Il problema va affrontato tutti insieme. Oggi dobbiamo costruire un percorso comune mettendo insieme tutte le persone e più realtà sociali private e pubbliche e sanitarie preposte ad intervenire".
"Conoscevo Noemi e parlo pure da esperto nel campo delle dipendenze patologiche e della salute mentale. - ha detto Antonino Napoli, un peer specialist amico di Noemi - Siamo utenti che si sono riabilitati che aiutano altre persone con problemi di dipendenze nell'ottica dell'auto-muto aiuto. Ho conosciuto personalmente Noemi con cui c'era un rapporto di affetto. La sua storia ha contribuito molto anche alla mia vita. Vorrei che fosse ricordata non solo da morta ma anche da 'viva' per le strade della città e per il modo in cui sapremo attivarci per limitare il fenomeno. Come associazione Noi X la Trinacria lanciamo la campagna di promozione di un comitato regionale per la riduzione del danno aperta a tutti, affinché vengano coinvolte tutte le strutture della società civile e le realtà associative ai fini della costruzione di una rete sociale".
"L'espressione che dobbiamo combattere e che non accetteremo mai è 'se la sono voluti e cercata loro' - ha detto Francesco Di Giovanni fondatore del centro Tau -. Questa non vale solo per chi è tossicodipendente ma anche per tutti gli altri giovani che lasciano la scuola, che commettono reati e hanno altri problemi. E' importante che, la società si assuma la responsabilità e noi dobbiamo accompagnare a vario livello chi ha bisogno dando speranza e opportunità di crescita. Non bastano i progetti ma occorre alimentare l’impegno ampio di tutta la comunità".
"Noemi è morta di solitudine e di indifferenza, nonostante le sue reiterate richieste di aiuto, ma la sua storia dovrà essere un monito per evitare nuove vittime - aggiunge Gilda Sciortino una delle autrici del libro insieme a Vittorio Matteucci -. Noemi non è l’unica vittima di droga e dell’emarginazione: é piuttosto la punta di un iceberg di un disagio sociale giovanile che cresce nelle città e che richiede una risposta adeguata da parte delle istituzioni e della società civile. Ci spettiamo di attivare presto un capillare lavoro di rete anche con la creazioni di presidi mobili su strada per aiutare i giovani e prendere in carico anche le famiglie".
"E’ necessario realizzare politiche nell’ambito della riduzione del danno che - ha dichiarato l’associazione 'Noi X La Trinacria'', intervenuta all'evento -, pur rientrando nei livelli essenziali di assistenza (Lea) dal 2017, purtroppo non vengono realizzate e che, invece, laddove implementate tramite unità mobili di strada, si sono rivelate efficaci per la prevenzioni delle morti di overdose, con utilizzo di naloxone in caso di overdose da oppiacei, e per intercettare il sommerso dei consumatori che rappresenta il 50% di coloro che si presenta ai vai Serd. L’intervento di strada dovrebbe essere la base di qualunque trattamento terapeutico, nel cui percorso di cura e socio riabilitativo deve essere coinvolta anche la figura del Peer Support (ex consumatore) che in base all’esperienza vissuta può fare da catalizzatore di fiducia e da volano per il percorso motivazionale di recupero".
"A un anno di distanza dalla sua morte ricordiamo Noemi Ocello e lo facciamo con la posa di una pietra in sua memoria in piazza Brunaccini, per ricordare la sofferenza di tanti giovani vittime di indifferenza e selvaggia speculazione criminale - ha detto il sindaco Orlando -. La memoria ci interroga, stimola riflessioni e dubbi. La storia di Noemi riguarda tutti noi, è come un pugno inferto allo stomaco della città, deve risvegliare le coscienze. Istituzioni e cittadini tutti abbiamo il dovere di liberare dalla paura le città e per farlo è necessario rendere visibili gli invisibili come Noemi Ocello. Spetta a noi non dimenticare Noemi e coltivare ogni giorno il rispetto dei diritti che vale per tutti. Credo sia questo il senso profondo della pietra in sua memoria: lasciare una traccia indelebile contro ogni indifferenza che sia monito per le istituzioni e per la società civile in sostegno dei soggetti più fragili".
Serena Termini