A carico delle famiglie. Nel 2021, dopo la parentesi pandemica, la spesa per il welfare familiare è risalita: l’11,4% in più

Il “Rapporto sul bilancio di welfare delle famiglie italiane”, pubblicato dal Cerved, oltre alla crescita delle spese ha evidenziato l’opportunità di una calibratura del sistema di protezione.

A carico delle famiglie. Nel 2021, dopo la parentesi pandemica, la spesa per il welfare familiare è risalita: l’11,4% in più

Le famiglie sono tornate a sostenere le spese per il welfare. Nel 2021, dopo la parentesi pandemica, la spesa per il welfare familiare è risalita: l’11,4% in più rispetto all’anno precedente. I servizi per i quali maggiormente gli italiani e le italiane hanno impiegato principalmente le loro risorse economiche sono la salute, l’assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti, l’istruzione.

Il “Rapporto sul bilancio di welfare delle famiglie italiane”, pubblicato qualche settimana fa dal Cerved, oltre alla crescita delle spese ha evidenziato l’opportunità di una calibratura del sistema di protezione.

Superano i 25 milioni le famiglie che hanno speso in un anno 1500 euro per la salute, mentre 2,1 milioni hanno destinato 13800 euro per l’assistenza di un familiare non autosufficiente. Le famiglie con bambini invece riservano per l’assistenza ai loro figli 3000 euro all’anno, e altri 1985 euro da impiegare nell’istruzione.

Sebbene ci sia stato un aumento nelle spese per le prestazioni di welfare, il Rapporto evidenzia anche la crescita delle rinunce: hanno scelto di far a meno di alcuni servizi nell’area della sanità il 50,2% dei nuclei familiari; il 56,8% dell’assistenza agli anziani; il 47,2% dell’assistenza ai bambini in età prescolare e un altro 33,8% ha sacrificato prestazioni nell’area dell’istruzione. La quota maggiore delle rinunce si incontra tra le famiglie economicamente più vulnerabili. Evidenzia il rapporto il doppio effetto della crisi economica che ha colpito alcune porzioni della popolazione italiana e l’eccessivo costo di qualche servizio. Ma c’è anche una parte delle famiglie che rinuncia per una scarsa qualità dei servizi (29,5%) o la loro assenza (31,9%).

I dati ci avvisano che sugli anziani e suoi giovani grava il carico maggiore della spesa familiare per l’assistenza. Da un lato c’è un gruppo di persone sempre più consistente che con il progressivo invecchiamento della popolazione avrà bisogno di una rete di protezione adeguata. Un problema sociale non potrà rimanere confinato alla responsabilità familiare. Come spiega il portale Secondo Welfare occorre una strategia preventiva che integri servizi socio-assistenziali e sanitari dentro un’ottica multidimensionale e comunitaria. Dall’altra parte c’è una parte della fascia più giovane della popolazione. Apprendere che ci sono famiglie che rinunciano a sostenere parte delle spese dell’istruzione per i propri figli, significa essere consapevoli che in futuro ci saranno uomini e donne che non avranno avuto l’opportunità di prepararsi in modo adeguato ad affrontare il mondo. Senza interventi in merito avremo rubato la loro speranza.

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Fonte: Sir