27 ottobre. Giornata del dialogo cristiano islamico. Nutriamo l'albero della fratellanza
Domenica 27 ottobre è la Giornata del dialogo cristiano-islamico, che quest’anno giunge alla diciottesima edizione. Nata in maniera spontanea nel 2001 a seguito degli eventi dell’11 settembre, da un gruppo di persone che fin da subito hanno credito nella via del dialogo, l’obiettivo della giornata è puntare l’attenzione proprio sulla parola dialogo, così importante nell’identità delle chiese e dei credenti.
Non c’è incontro se non c’è dialogo, non c’è libertà e crescita se non c’è dialogo: sono questi i presupposti alla base della Giornata del dialogo cristiano-islamico che si tiene domenica 27 ottobre e che quest’anno giunge alla 18a edizione. Nata in maniera spontanea nel 2001 a seguito degli eventi dell’11 settembre, da un gruppo di persone che fin da subito hanno creduto nella via del dialogo, la giornata ha la ferma intenzione di ribadire la volontà di opporsi a violenze e atti ignobili e viene celebrata in tutta Italia con diversi eventi. L’obiettivo è puntare l’attenzione proprio sulla parola dialogo, così importante nell’identità delle Chiese e dei credenti.
Quest’anno il tema è “Non c’è futuro senza fratellanza e solidarietà” e prende spunto dal Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 da papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. Nella nostra Diocesi due sono gli eventi proposti: uno a Padova e uno a Thiene. «È un'iniziativa che ha a che fare con il vivere comune, il “fare insieme”», spiega l’imam delle comunità islamiche del Veneto e membro del direttivo nazionale dell'Ucoii Kamel Layachi, relatore nell’incontro di Padova. «L’Italia è una società plurale – continua Layachi – Da un punto di vista etnico, religioso, culturale, ci sono comunità diverse che si rapportano con simboli e religioni diverse. Questo pluralismo va governato con saggezza per far fronte a chiusure, estremismi, paure. Non deve essere una giornata esclusiva, perché il dialogo si sperimenta tutti i giorni, ma simboleggia l’importanza dell’aprirsi all’altro, rispettando le differenze. Non basta dirsi fratelli per esserlo davvero, bisogna nutrire l’albero della fratellanza umana».
All’incontro di Padova l’imam Layachi dialoga con mons. Giuliano Zatti, vicario generale della Diocesi, approfondendo il tema della giornata, ciascuno secondo la propria prospettiva. Portano la loro esperienza di dialogo anche padre Fabio Scarsato, frate conventuale del Santo e Yahya Zanolo, di Coreis italiana, una collaborazione nata nel 1986 con l’incontro interreligioso per la pace di Assisi voluto da san Giovanni Paolo II.
«Sono previsti anche esempi di giovani cristiani e musulmani, “cantieri” di solidarietà molto concreti, perché al di là del dialogo è necessario che ci siano delle iniziative visibili, trovare dei punti comuni, obiettivi su cui lavorare insieme – interviene Margherita Inglese del Movimento dei Focolari, fra gli organizzatori dell’evento – Non è un caso che il tema a Padova è stato posto in positivo, "Il futuro è fratellanza e accoglienza", per mettere in rilievo la positività e la speranza. Incontrarci come fratelli, parola che non deve essere scontata, richiede un percorso, un andare oltre ciò che gli occhi vedono, il pregiudizio».
«Per lavorare insieme – continua l’imam Layachi – bisogna creare una piattaforma di fiducia, attenzione reciproca, ascolto. Poi ognuno può portare il proprio contributo in grandi cantieri di lavoro, come la famiglia, la tutela del creato, la dignità umana, la non violenza. Sono temi civili e laici che trovano valori fondanti nei nostri libri sacri. Quando tuteliamo la vita stiamo facendo la volontà di Dio».
Su questi “cantieri” e soprattutto sul “futuro” è incentrato il lavoro dell’incontro organizzato dai vicariati di Thiene e Caltrano che prevede una tavola rotonda con diversi esponenti delle realtà presenti nel territorio, lavori di gruppo e condivisione. «Guardando alle edizioni passate – racconta Giovanni Lucchini, studente universitario piovenese, presidente di Futuro Presente, una delle associazioni che promuove l’evento – ci siamo resi conto che mancava la presenza dei giovani... ma come coinvolgerli? Nella tavola rotonda alcuni ospiti portano la loro esperienza di solidarietà e dialogo. Tutti esempi molto semplici, come l’organizzazione di un torneo di pallavolo in parrocchia, da parte di un ragazzo musulmano. Nei lavori di gruppo faremo nostro il documento di Abu Dhabi cercando punti comuni e di diversità». Poi un gesto simbolico, che guarda al futuro e tocca la tematica ambientale: un albero verrà piantato nella sede dell’associazione musulmana Il Futuro di via del Rosario a Thiene.
«Il dialogo non va mai urlato – conclude l’imam – ma vissuto con grande umiltà. Non persegue la via del sensazionale. Per esempio san Francesco quando si è recato dal Sultano non ha urlato, ha teso la mano in mezzo a conflitti e lacerazioni. Il dialogo è semplicità, ascolto, amore scambievole, presenza. Se viene vissuto in maniera autentica nutre la fede. Ma abbiamo bisogno di perfezionare il nostro rapporto con il divino perché il dialogo con il prossimo è riflesso del dialogo con Dio. Per sentire l’altro bisogna prima lavorare su se stessi, con la preghiera, l’introspezione, avvicinandoci a quei valori alti che fanno la volontà di Dio, altrimenti saremo preda di paure, manipolazioni, egoismi. L’obiettivo è educare le nuove generazioni a conoscere l’altro e non aver paura».
Come partecipare agli eventi in programma
L’appuntamento a Padova è alle 15 alla Fornace Carotta, in via Siracusa 61. Nel pomeriggio è previsto anche un momento artistico e una diretta streaming con Belluno per raccontare un viaggio in Marocco come esperienza di dialogo fra religioni.
A Thiene invece l’incontro è nella sala polivalente della parrocchia del Santo, alle 14.30, poi per la piantumazione dell’albero ci si sposta nella sede dell’associazione Il Futuro, in via del Rosario.