Riflettiamo sulla scuola, insieme. I recenti risultati, appena diffusi, della ricerca Ocse-Pisa 2022 a livello internazionale
Non si tratta di stringere le maglie della scuola per farla funzionare meglio, ma piuttosto di migliorarne il funzionamento (metodo e strutture compresi)
Abbiamo appena provocato sul tema delle bocciature e della scuola “di serie A”, ma tocca tornare ad affrontare la questione visti i recenti risultati, appena diffusi, della ricerca Ocse-Pisa 2022 a livello internazionale. E vale sottolineare il termine internazionale, perché il problema di avere una scuola che permette ai suoi alunni di raggiungere risultati importanti di apprendimento non riguarda solo l’Italia.
Ma partiamo da noi, con una “fotografia” che ha scatenato i titoli dei giornali in particolare sugli apprendimenti legati alla Matematica. L’indagine Ocse-Pisa, come è noto, ha l’obiettivo di valutare in che misura gli studenti abbiano acquisito conoscenze e abilità essenziali per la piena partecipazione alla vita economica e sociale, indagando, insieme a quello della Matematica altri due ambiti: Lettura e Scienze. Nel 2022 il focus in particolare è stato sulla Matematica, mentre un numero minore di quesiti ha indagato le capacità negli altri due ambiti. La rilevazione, inoltre, ha riguardato pure “pensiero creativo” e literacy finanziaria i cui risultati saranno resi noti nel 2024.
L’indagine si svolge a campione e vi hanno partecipato gli studenti quindicenni di 81 Paesi, inclusi i 37 membri Ocse. A livello mondiale sono stati coinvolti 690.000 studenti (per l’Italia 10.552 studenti, 345 scuole e circa 9000 genitori).
L’andamento dei risultati è peggiorativo rispetto al passato a livello internazionale in tutti gli ambiti e per questo va considerata anche la problematicità del biennio di pandemia. Per quanto riguarda l’Italia il risultato complessivo (471 punti) non è poi così terribile, piuttosto è in linea con la media internazionale (472). Il 70% degli studenti raggiunge o supera il livello base di competenza matematica: nord-ovest e nord-est si attestano sull’82%, mentre il sud si ferma al 54%. Il calo in Matematica è di 15 punti, mentre in Scienze c’è un aumento di 9 punti. In Lettura, invece, non si registra alcun cambiamento significativo. Per la Matematica va notato che il calo italiano è comunque inferiore al dato Ocse (16 punti in meno rispetto al 2018). Per la Matematica, ancora, un fatto significativo (che ha fatto scattare i titoli dei media) è la differenza tra maschi e femmine (queste hanno 9 punti in meno dei primi). Resta, evidente, la disparità di risultati in generale tra aree diverse del Paese. E non è una novità.
I risultati ridanno fiato al dibattito sulla scuola più “severa” e selettiva (in Francia ecco la richiesta di bocciare di più) ma c’è anche chi considera gli insuccessi mettendoli in relazione alla fragilità del sistema in generale. Non si tratta di stringere le maglie della scuola per farla funzionare meglio, ma piuttosto di migliorarne il funzionamento (metodo e strutture compresi). Il ministro Valditara ha affermato, ad esempio, la necessità di riforma dell’istruzione tecnico-professionale e l’importanza della didattica per le discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) oltre che l’importanza della personalizzazione dei percorsi con i docenti tutor.
Ma una riflessione provocatoria sul funzionamento della scuola viene dalla Spagna (anche lì situazione critica secondo Ocse-Pisa) dove una professoressa ha condiviso sui social un errore commesso da uno dei suoi studenti durante un’analisi sintattica in un compito di spagnolo commentando: “Devo spiegare in maniera orribile, non è possibile che tanti facciano questi errori. Il problema è mio, ho le mie colpe, sono una cattiva insegnante”.
Non è solo una battuta. Ma indica la necessità di una riflessione approfondita sui temi dell’insegnamento e del successo.